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CIVITAVECCHIA – La situazione sul fronte idrico resta piuttosto difficile. Mentre da un lato arrivano segnalazioni di rubinetti a secco, neanche a dirlo, dal martoriato quartiere di Borgata Aurelia - dove alcuni cittadini sono rimasti senza acqua persino a ferragosto - dall’altro se ne aggiungono anche da Campo dell’Oro.
«Da 2 anni a questa parte - scrive un cittadino sui social - Acea Ato 2 sospende il servizio idrico tutti i giorni dalle 14-15 del pomeriggio fino alle 19 e poi dalle 23 alle 6 del mattino nel quartiere Campo dell'oro. Al numero per le segnalazioni dicono sempre che c'è un guasto, una situazione insostenibile per chi ha anziani e bambini in casa». Da qui, poi, la richiesta di un intervento più concreto all’amministrazione comunale.
Il Pincio già nelle scorse settimane si era attivato con un primo incontro con i rappresentanti della spa capitolina a seguito dei forti aumenti calati sulle spalle dei cittadini in bolletta. Dall’incontro è emersa la possibilità di riattivare un serbatoio di accumulo idrico a servizio del quartiere di Borgata Aurelia per alleviare i disagi che i residenti continuano a vivere ormai quasi quotidianamente. In attesa della risposta sulla fattibilità dell’intervento, che dovrebbe arrivare entro la fine del mese, l’amministrazione continua a lavorare mantenendo aperta la linea del dialogo e cercando di limitare al minimo aumenti e disagi. Certo, il lavoro da fare è parecchio e a diversi cittadini questi aumenti in bolletta proprio non vanno giù.
Secondo Civitavecchia c’è «il vero problema dell'aumento delle bollette dell'acqua è che la gestione è affidata ad Acea, una spa quotata in borsa e che pertanto deve fare utili per buoni dividendi, perché così vogliono giustamente gli azionisti», una società pubblico-privata al «51% di Roma capitale». Per l’associazione «per contenere i continui aumenti bisogna provare a rinegoziare il contratto iniziale in essere dal 2018, riuscendo con molta attenzione da parte della politica e dei funzionari e dirigenti addetti al settore a limitare le spese al necessario». Insomma passare dal «tanto paga pantalone» alla gestione da «buon padre di famiglia».
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