LADISPOLI - Le classi della Giovanni Paolo II, in via Caltagirone pronte a traslocare, dal prossimo anno, al Livatino in via Fratelli Bandiera. Obiettivo: dare una scuola adeguata agli studenti del plesso, da una parte, e procedere con l'ampliamento della biblioteca comunale dall'altra. Ma, sebbene le intenzioni possano essere buone, a essere contestati sarebbero i metodi utilizzati dall'amministrazione. A puntare il dito su questi è Ladispoli Attiva. Per il movimento politico, infatti, il Comune avrebbe dovuto convocare i genitori per chiedere «il loro parere». «Il principio alla base della decisione può anche essere giusto, poiché l’ampliamento della biblioteca è un obiettivo valido, ma queste scelte non possono essere imposte unilateralmente e con tale arroganza. Trasferire una scuola è una decisione importante che ha un impatto significativo sui bambini, sugli insegnanti e sull’organizzazione della vita dei genitori. Non è corretto agire senza il coinvolgimento preventivo delle famiglie. Questa non è la politica che rappresenta la nostra comunità». Da qui la richiesta del movimento politico di «aprire immediatamente un tavolo di confronto e ascolto con i genitori, e solo successivamente prendere le decisioni definitive».
FRAPPA: «VICENDA AFFRONTATA IN CONSIGLIO DI ISTITUTO»

«Dopo essermi confrontata col sindaco, ho discusso dell'argomento con la dirigente e anche con il consiglio di istituto dove sono presenti i rappresentanti dei genitori, che hanno accolto con disponibilità la soluzione proposta». A rispedire le accuse al mittente è l'assessore alla Pubblica istruzione, Margherita Frappa.
L'assessore ripercorre un po' la storia degli istituti scolastici ladispolani e in particolar modo quella del Giovanni Paolo II nato durante il periodo di un forte processo migratorio verso la città balneare che aveva fatto aumentare notevolmente anche la popolazione scolastica. Un processo che però ad oggi si è arrestato. Anzi: «Ogni anno ogni scuola perde una classe» ha spiegato Frappa, con «i plessi» che «si stanno svuotando». E così, mentre intere classi continuano a svolgere lezione nei locali di via Caltagirone, sottratti all'epoca alla biblioteca comunale, il plesso del Livatino in via Fratelli Bandiera oggi conta solo due classi.
E così, nel tentativo di coniugare la necessità di offrire una «scuola più dignitosa» agli alunni e insegnanti del Giovanni Paolo II e allo stesso tempo fornire «un centro di aggregazione» e dei locali più ampi all'interno della biblioteca comunale, ai giovani, è arrivata la decisione: quella del trasloco.
Per l'assessore alla Pubblica istruzione in questo modo si avranno diversi vantaggi: sia dagli spazi interni (dalle aule ai laboratori, passando per la palestra e il giardino) fino ad arrivare ai posti auto dove i genitori potranno parcheggiare per accompagnare e riprendere i loro figli a scuola. A via Caltagirone, con la presenza della sede delle Poste, dell'alberghiero e della biblioteca, oltre che del plesso in questione, la viabilità in questi anni ne ha risentito notevolmente.
«Dopo averne parlato col sindaco e con la dirigente - ha spiegato - ne abbiamo parlato al consiglio di istituto che ha dimostrato grande disponibilità».
Dal canto suo il Comune ha garantito che i bambini potranno continuare a usufruire del servizio di scuolabus. «In estate - ha inoltre spiegato Frappa - avvieremo dei lavori per apportare delle migliorie, come l'adeguamento di alcuni bagni per la sezione dell'infanzia, la riqualificazione del giardino del plesso e l'incremento e sostituzione dei giochi presenti». Per l'assessore sembra «paradossale» che la critica arrivi proprio da Ladispoli Attiva che da tempo chiede «sale studio e un centro di aggregazione per i giovani in biblioteca».
Per quanto riguarda poi le modalità utilizzate, per l'assessore nessuna ricriminazione: «Ho cercato di avere una visione ampia a 360 gradi. Sono serena».

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