E’ partita ufficialmente ieri mattina alle 9, dal punto di ritrovo del parcheggio dell’Imperiale in zona La Botte a Vetralla, la mobilitazione su Roma degli agricoltori della Tuscia che, in circa un centinaio tra trattori ed altri mezzi, in 7 ore di viaggio, passando per Vetralla, Capranica, Sutri e sosta a Monterosi, hanno prima fatto tappa a Prima Porta, quindi si sono uniti ai loro colleghi al presidio principale sulla Nomentana. All’inizio il presidio fisso doveva essere Formello ma l’organizzazione ha scelto il sito più funzionale sulla Nomentana autorizzato dalle autorità.

I mezzi sono venuti dai comuni di Vetralla, Canino, Arlena di Castro, Ischia, Tarquinia e Montalto, mentre due trattori di Montefiascone si sono uniti al presidio provvisorio di Torrimpietra e, oggi, tutti convergeranno sulla Nomentana.

Sempre oggi partiranno altre decine di trattori dal nord della Tuscia, in particolare da Montefiascone. La capitale è, di fatto, circondata con l’altro presidio di Albano che concentra i trattori provenienti da sud di Roma. Intanto ciò che conta è capire quando e dove si svolgerà la manifestazione nazionale degli agricoltori che conterà migliaia di addetti ai lavori e mezzi agricoli.

La prima riunione in Prefettura di Roma delle scorse ore con il prefetto Lamberto Giannini, il questore Carmine Belfiore e varie rappresentanze dei manifestanti non ha dato esito positivo. La data più probabile è metà della settimana prossima ma ancora sono solo ipotesi. Il sito che tanti vorrebbero è il Circo Massimo sia per la sua estensione che per il suo appeal mediatico. Alla fine dalla Tuscia ci saranno non meno di 150-200 agricoltori con i loro mezzi.

«In queste ore – dice Lucio Matteucci – stanno confluendo sui presidi autorizzati i mezzi provenienti da tutte le consolari, dalla Cassia alla Salaria, dall’Aurelia alla Flaminia, dalla Pontina all’Appia antica. Roma è circondata». Che la situazione stia diventando a livello europeo molto rischiosa, tra blocchi ovunque in Spagna, azioni di protesta clamorosi in Germania e blocco dell’Europarlamento, se n’è accorto Bruxelles che ha ritirato la proposta del taglio dei pesticidi entro il 2030. «Questo però non significa nulla – continua Matteucci – ed è molto fuorviante perché hanno fatto passare il messaggio che ora gli agricoltori sono liberi si utilizzare i pesticidi come meglio credono e senza limiti e controlli. No, non è così. Noi con questa norma siamo equiparati agli altri. E’ una notizia falsa che non ci sono più regole sui pesticidi e fatta ad arte per screditarci».

Le giornate di oggi e domani saranno fondamentali per sapere data e luogo della manifestazione nazionale che verrà decisa dalla Prefettura di Roma. La notizia della marcia verso Roma degli agricoltori del Viterbese, intanto, ha fatto il giro della stampa nazionale per l’imponenza e l’intensità della protesta degli operatori del comparto primario della Tuscia. Antonio Monfeli, ieri, era a Pescara per una riunione di altri coordinamenti degli agricoltori e nella veste di uno dei leader nazionali del movimentismo di protesta degli agricoltori. Con lui anche Gianni Cratassa, membro del direttivo della Tuscia, dal 22 gennaio in presidio permanente alla rotatoria del casello di Orte.