Gioco d’azzardo a Viterbo e nella Tuscia: nel 2025 prese in carico dal servizio sanitario per la dipendenza da gioco d’azzardo 51 persone ed elevate dalla Guardia di finanza, negli ultimi due anni, sanzioni per oltre 300 mila euro su 10 soggetti irregolari. Sono solo una parte dei numeri resi noti ieri mattina nel corso di “In Nome della Legalità”, l’iniziativa itinerante, promossa da Codere Italia con il patrocinio, per la tappa locale, di Comune e Provincia di Viterbo, per favorire un confronto aperto sul tema del gioco pubblico. Nel comune di Viterbo sono attivi 73 esercizi per il gioco pubblico su canale fisico e sono 345 quelli operativi in tutta la provincia. «L’attività della divisione Pas ricomprende anche il rilascio delle autorizzazioni di polizia, fra le quali quelle attinenti alla raccolta scommesse ed il gioco - ha detto Claudio Patara, commissario capo vice dirigente Pas Questura di Viterbo -. Le istruttorie si rivolgono agli accertamenti a 360° dei requisiti soggettivi da parte del titolare e del contesto in cui vive. Analogo scrupoloso accertamento viene effettuato in coloro che lo sostituiscono ed ai rappresentanti. Nell’attività di controllo estesa alle attività operanti nel settore del gioco, unitamente anche a personale dei Monopoli, è costantemente verificato il rispetto dell'età maggiorenne degli avventori, delle regole di uso degli apparecchi di gioco sia da parte del cliente che del fornitore». Il comandante del gruppo guardia di finanza di Viterbo, tenente colonnello Marco Toppetti, ha detto che «la guardia di finanza, oltre al controllo e al rispetto delle normative vigenti, svolge attività a sostegno della regolarità dei giochi, principalmente al fine di contrastare il fenomeno del riciclaggio che si cela dietro l’illecito utilizzo del gioco quale mezzo di reimpiego del cosiddetto denaro sporco. Le attività poste in essere, anche mediante l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo nell’ambito dell’esercizio dei poteri di polizia valutaria, consentono di individuare e contrastare le regie criminali con la costante aggressione dei patrimoni illegittimamente accumulati”.

Mauro Vinciotti, dirigente del settore I del Comune di Viterbo, ha detto che «la legalità è una condizione essenziale per la fiducia tra istituzioni e cittadini e come strumento concreto di tutela delle persone più vulnerabili. A partire dall’esperienza del Comune di Viterbo, il ruolo di polizia locale, servizi sociali e istituzioni territoriali, Asl, Prefettura, forze dell’ordine, scuola e terzo settore, è complementare nella prevenzione del gioco patologico e nel contrasto alle forme di illegalità legate al gioco». L’assessora alle politiche sociali del Comune di Viterbo, Rosanna Giliberto, ha affermato che il suo assessorato «è fortemente impegnato nella promozione di azioni concrete di prevenzione e sensibilizzazione su tematiche quali le ludopatie e il gioco d'azzardo, rivolte in particolare ai giovani, alle famiglie e alle fasce più fragili della popolazione».

L’assessora al bilancio comunale Elena Angiani ha poi detto che «determinante per il contenimento della diffusione del gioco d’azzardo è proprio la sinergia tra tutti i soggetti che possono essere coinvolti», comprese «le associazioni sportive, le parrocchie e le varie realtà del territorio». Hanno partecipato al convegno anche Silvia Amato, direttrice ad intermin dell’ufficio delle Dogane di Civitavecchia e di Viterbo; Domenico Faggiani, componente dell’Osservatorio gioco d’azzardo patologico del Lazio; Gianfranco Fragomeni, psicologo clinico, esperto in dipendenze da gioco patologico e Marco Zega, direttore Affari istituzionali e sviluppo business di Codere Italia.