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FREGENE – Le onde hanno spazzato via la sabbia, danneggiato le strutture e messo in ginocchio uno dei settori chiave dell’economia balneare di Fiumicino. Le violente mareggiate che nei giorni scorsi si sono abbattute sul litorale tirrenico hanno lasciato dietro di sé uno scenario desolante, in particolare nel tratto di costa di Fregene. I danni più evidenti si sono registrati sul Lungomare di Levante, dove il noto stabilimento balneare “Rio” ha subito gravi conseguenze: l’area destinata al posizionamento di lettini e ombrelloni è stata completamente erosa, compromettendo l’avvio della stagione estiva.
Il sopralluogo effettuato dalla Polizia Locale nella giornata del 18 aprile ha confermato la gravità della situazione. Gli agenti hanno documentato i danni causati dall’erosione marina, riscontrando il cedimento di parte della battigia e la distruzione di alcuni elementi strutturali a servizio dello stabilimento. Nonostante non siano stati rilevati rischi per le abitazioni situate alle spalle della fascia costiera, il fenomeno erosivo risulta altamente preoccupante per la tenuta dell’intero comparto turistico-balneare.
A seguito dell’accertamento, il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ha firmato un’ordinanza con la quale chiede ufficialmente il riconoscimento dello stato di emergenza. Una misura necessaria per attivare in tempi rapidi strumenti di sostegno alle attività danneggiate e per programmare interventi strutturali di ripristino e messa in sicurezza delle aree colpite.
«La situazione è seria – ha dichiarato il primo cittadino –. Non possiamo permettere che l’intero comparto balneare venga messo in ginocchio da eventi meteo estremi sempre più frequenti. Serve un’azione concreta e immediata da parte delle istituzioni regionali e nazionali per tutelare l’economia del mare e chi lavora ogni giorno per offrire servizi ai cittadini e ai turisti». Le mareggiate, accompagnate da forti venti e piogge intense, hanno colpito in modo particolare le coste più esposte del litorale romano, già da tempo soggette a fenomeni erosivi. A Fregene, dove la linea di costa si è progressivamente ridotta negli ultimi anni, il fenomeno si è ulteriormente aggravato. In assenza di barriere frangiflutti o di opere di protezione adeguate, le onde hanno potuto colpire con violenza le strutture, portando via metri di spiaggia in poche ore. Secondo quanto riferito dagli operatori balneari, la stagione estiva – che avrebbe dovuto partire con il ponte del 25 aprile – rischia ora un serio rallentamento, con ripercussioni economiche non trascurabili. Gli imprenditori del settore chiedono risposte rapide e interventi concreti per poter garantire ai clienti sicurezza e servizi adeguati, ma temono che le tempistiche della burocrazia non siano compatibili con l’urgenza del momento.
Non si tratta, del resto, di un episodio isolato. Già in passato, litorali come quelli di Passoscuro, Focene e Maccarese avevano subito gravi danni per effetto delle mareggiate, sollevando la questione della fragilità ambientale della costa tirrenica. Ogni anno si susseguono denunce e richieste di intervento, ma senza un piano strutturale di difesa costiera, gli episodi di erosione continueranno a mettere a rischio le attività commerciali e la vivibilità del territorio. Proprio per questo, l’amministrazione comunale ha ritenuto indispensabile coinvolgere non solo la Regione Lazio, ma anche il Dipartimento di Protezione Civile nazionale, affinché venga avviato un percorso straordinario di monitoraggio e messa in sicurezza del litorale. Il caso di Fregene, insomma, riporta al centro del dibattito la necessità di un’azione strutturale contro l’erosione marina. Perché se è vero che il cambiamento climatico rende sempre più frequenti fenomeni estremi come quelli dei giorni scorsi, è altrettanto vero che la costa laziale non può continuare a subire senza difese. La risposta istituzionale è ora nelle mani degli enti superiori. Il Comune ha fatto la sua parte, documentando i danni e avviando le pratiche per l’emergenza. Ora si attende un riscontro concreto da parte della Regione e del Governo, nella speranza che questa volta le richieste non restino inascoltate. Perché ogni mareggiata che passa, senza protezioni efficaci, lascia il segno: nella sabbia, nelle strutture, e nelle speranze di chi vive e lavora sul mare.