CIVITAVECCHIA – La delegata di Lipu Civitavecchia Alessia Colle e la responsabile della sezione cittadina del Forum Ambientalista Simona Ricotti tornano a denunciare lo stato in cui versa la Frasca, area che ricade nell’omonimo Monumento Naturale istituito con Decreto del Presidente della Regione Lazio del 29 settembre 2017 n.T00162.

«Colpisce l’enorme ammasso di rifiuti urbani e di diverse altre tipologie, anche speciali, accumulati dentro, intorno e nei pressi degli scarsi cassonetti dedicati alla raccolta dei rifiuti – scrivono le due, appellandosi all’Autorità di sistema portuale, Arsial, Regione Lazio, Comune di Civitavecchia, Polizia locale, Carabinieri forestali e Seport – da verifiche ed informazioni raccolte, risulta evidente che tale situazione è determinata, oltre che ovviamente dalla profonda inciviltà di coloro che si rendono responsabili dell’abbandono dei rifiuti e dalla carenza di controlli in tal senso, anche da un esiguo e non sufficiente numero di cassonetti e da un altrettanto scarso numero di svuotamenti degli stessi». 

Tanto che, dalle due associazioni, evidenziano come a fronte dello svuotamento, «peraltro parziale, effettuato dalla società Seport, incaricata dall’Adsp per competenza, lo scorso 26 giugno scorso si è trovata di

fronte a cassonetti stracolmi e ad una vera e propria discarica abusiva, dopo appena 48 ore la situazione era ritornata la medesima. Appare utile ricordare che la pineta e la costa della Frasca rappresentano un importante luogo di aggregazione e svago della comunità civitavecchiese e, soprattutto nella stagione estiva, detta area notevolmente frequentata sia di giorno che di notte; il grande afflusso di persone correlata alla verificata scarsità di cassonetti presenti nell’area determina un estremamente veloce riempimento degli stessi, con conseguente accumulo di rifiuti al loro esterno e causano un effetto attrattivo per quanti usano liberarsi di rifiuti ingombranti e speciali senza utilizzare i luoghi a ciò deputati».

C’è davvero di tutto, da materassi a water, passando per sedie e mobilia, fino a plastica e metalli. 

«È superfluo evidenziare che questi ammassi di rifiuti, oltre a determinare una vera e propria situazione di degrado in un’area caratterizzata da un alto valore paesaggistico e da un delicato equilibrio ambientale che dovrebbe essere tutelata e valorizzata, creano anche diverse problematiche di tipo ambientale e sanitarie come miasmi, scolo di percolato a mare, diffusione sul suolo di rifiuti speciali» hanno evidenziato Colle e Ricotti che chiedono quindi di essere messe a conoscenza, «al fine di perseguire più compiutamente i propri fini statutari ed eventualmente formulare proposte in tal senso, del calendario del ritiro dei rifiuti attualmente in vigore nell’area di interesse. Di voler provvedere, in tempi estremamente brevi – hanno aggiunto – alla rimozione di detti rifiuti e al ripristino del decoro dei luoghi; di voler valutare l’installazione di un numero maggiori di cassonetti e, soprattutto nel periodo estivo, di un maggior numero di svuotamenti settimanali degli stessi hanno concluso – di attivare e garantire che vengano attivate stringenti azioni di controllo, con l’installazione di telecamere e pattugliamenti in tutta l’area».