CIVITAVECCHIA – Il conflitto tra il Consorzio dell’Osservatorio Ambientale e il Comune di Civitavecchia tiene in stallo oltre 4,5 milioni di euro destinati alla tutela ambientale. Sullo sfondo, strategie divergenti e accuse di miopia politica che minacciano non solo la trasparenza finanziaria, ma la stessa sostenibilità del territorio.

Ne parliamo con il consigliere del Cda Fabio Angeloni, che denuncia una paralisi amministrativa dalle gravi ricadute economiche e sociali.

Qual è la natura del confronto aperto tra l’Osservatorio Ambientale e il Comune di Civitavecchia, in particolare con il sindaco Marco Piendibene?
 «Il conflitto oppone due visioni: da un lato il Presidente dell’Osservatorio, Pietro Tidei, portavoce dei sindaci del territorio che chiedono di rinnovare la rete di rilevamento atmosferico e sbloccare i fondi; dall’altro il Sindaco Piendibene, che blocca l’attività del Consorzio appellandosi alla scadenza del mandato del Presidente. In mezzo, un territorio che rischia di restare privo di monitoraggio aggiornato sugli inquinanti più pericolosi»

A quanto ammontano i fondi complessivi dell’Osservatorio e quale ne è la destinazione?
«Con questi nuovi fondi Il Consorzio dispone di circa 8 milioni di euro vincolati per studi ambientali, tutela idrogeologica, registro tumori, monitoraggio della qualità dell’aria e del mare. Non si tratta di fondi liberi, ma di risorse con precise finalità territoriali, destinate a progetti di prevenzione e sostenibilità».

Perché si parla di una “beffa” riguardo ai 4,5 milioni di euro non ancora erogati?
«Quei fondi provengono dai contributi dovuti da Enel e sono in realtà arretrati ottenuti dopo un corposo lavoro documentale. Il Direttore Scientifico, Mauro Rotatori, ha dimostrato che l’Osservatorio tra il 2016 e il 2021 ha continuato ad operare anche se il sindaco Cinquestelle Cozzolino era uscito dal Consorzio provocandone la liquidazione. Questo ha consentito il riconoscimento dei contributi Enel per quegli anni. Adesso, paradossalmente, quei soldi dell’Enel per l’Osservatorio vengono usati per sostenere un bilancio comunale fragile, manovrato da un Assessore al Bilancio guarda caso del Movimento Cinque Stelle.
Tutto ciò a scapito della trasparenza, della salute e dell’ ambiente. Per questo la pregiudiziale contro Tidei sembra proprio strumentale».
È possibile ricostruire cosa sia accaduto fin qui ai 4,466 milioni trasferiti da Enel?
«Dai dati dell’Ufficio Ambiente, risultano immediatamente liquidabili solo 2,694 milioni di euro inglobati nell’Avanzo vincolato. Restano da chiarire 1,772 milioni: occorre verificare come siano stati classificati nel bilancio comunale, se la somma ENEL è stata interamente accertata all’entrata, come è stata destinata nel bilancio previsionale e che utilizzo ne hanno disposto. Per questo sono già stati avvertiti i collegi dei Revisori del conti dei rispettivi enti».
Cosa teme di più ?
«Sinceramente niente perché quei soldi sono del Consorzio e indirettamente dei sei comuni che lo compongono. Ma il tasso di creatività che vedo nella contabilità comunale richiama alla massima attenzione. Non vorrei ad esempio che in forza del fatto che il Comune di Civitavecchia è titolare della convenzione con l’Enel da cui quei fondi derivano, nonché capofila del Consorzio. l’aggettivo “ambientale” portasse ad usare quei fondi per la Raccolta Urbana o la stessa Csp».

Quali sono le principali iniziative scientifiche in programma che rischiano di arrestarsi per mancanza di fondi?
«L’Osservatorio ha sviluppato progetti strategici: I primi che mi vengono in mente sono Il potenziamento del registro tumori con un portale epidemiologico online, l’installazione di una boa tecnologica per la previsione dell’inquinamento marino, il nuovo sistema di videosorveglianza per la prevenzione degli incendi, l’ app geolocalizzata per la qualità delle acque costiere e i divieti di balneazione, gli interventi di monitoraggio sull’ NBC di Santa Lucia anche se qui siamo fermi perché manca il censimento dei pozzi domestici e industriali, ancora non risposto dal Comune nonostante la richiesta di luglio 2025. Tutte iniziative concrete, ora sospese dall’impasse politica e amministrativa».

Qual è il deficit più grave che emerge da questa situazione e quale ruolo potrebbe avere l’Osservatorio in chiave di sostenibilità territoriale?
«Il deficit più grave è l’assenza del dibattito sulla sostenibilità. L’Osservatorio è pronto a tradurre i dati ambientali in strumenti di governance ESG – ambientali, sociali, di trasparenza – indispensabili per attrarre investimenti e migliorare la qualità della vita locale. Ignorare questo potenziale significa rinunciare a un piano strutturale di sviluppo sostenibile. È una vera cecità strategica. Mentre in Europa si lavora su transizione ecologica, energie pulite e benchmark ESG, a Civitavecchia si discute ancora se far funzionare o meno una rete di monitoraggio dell’aria. La conseguenza è duplice: peggiora la salute pubblica e si allontanano investitori che richiedono dati ambientali trasparenti per i propri criteri di sostenibilità».

Quali rischi economici comporta l’attuale immobilismo politico-amministrativo?
«La marginalizzazione dell’Osservatorio genera un doppio danno. Da un lato blocca 8 milioni di euro che potrebbero finanziare interventi preventivi e ridurre rischi idrogeologici e sanitari; dall’altro peggiora la reputazione amministrativa, segnalando instabilità a banche e investitori. In concreto, più ritardi nelle opere di prevenzione significano futuri costi triplicati in riparazioni e perdita di competitività del territorio».

Come se ne può uscire operativamente e politicamente?
«Occorre un cambio di passo: Anzitutto il chiarimento immediato da parte del Comune di Civitavecchia sui fondi bloccati e sulla loro destinazione di bilancio. Dovrebbe essere questa l’occasione per regolarizzazione i rapporti tra Consorzio e Amministrazione locale, nel rispetto dell’accordo ENEL–Comune del 2003 e aggiornato nel 2008. Auspico inoltre lì apertura di un tavolo tecnico-politico con i sindaci di tutto il territorio per costruire un Piano di Sviluppo Sostenibile Locale allineato agli standard europei ESG. È il momento della responsabilità: non è in gioco solo la gestione dei fondi, ma il futuro ambientale e competitivo del territorio».

Angeloni chiude con un monito: «L’Osservatorio non è un costo, è un investimento strategico. Ogni euro bloccato oggi è un rischio moltiplicato domani, in salute, sicurezza e sviluppo. Senza sostenibilità, Civitavecchia resta ferma al passato mentre il mondo va avanti”.

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