Clarissa Montagna
FIUMICINO - Coraggio, forza, indipendenza, ma allo stesso tempo una rete di sostegno solida ed efficace: è stata una mattinata costruttiva quella trascorsa intorno alla panchina rossa del parco Azzurra Matiddi di Focene. Una giornata di sole primaverile dove è sono stati affrontati molti temi delicati collegati alla violenza sulle donne, in un dialogo aperto fra istituzioni, associazioni, cittadini avvocati ed esperte del settore.

L’evento è stato aperto da Patrizia Fata, consigliera comunale di Fratelli d’Italia promotrice dell’iniziativa insieme alla consigliera Giorgia Poletti, e dall’assessore alle Pari opportunità Monica Picca che hanno evidenziato quanto sia importante la grande risposta e partecipazione della comunità che hanno visto oggi, a questo momento di incontro e confronto tutti i presenti sono intervenuti raccontando anche episodi vissuti in prima persona, analizzando i fatti di cronaca e parlando di quello che vedono ogni giorno nella nostra società.

Parliamo non solo di violenza fisica, ma anche di quella verbale, psicologica subita dalle donne e la sensazione di sentirsi costantemente in pericolo: «Ho due figlie minorenni – ha raccontato una donna presente all’iniziativa – e, stando quello che ho vissuto in prima persona, sto insegnando loro ad andare in giro con qualcosa che le aiuta a sentirsi più sicure. Perché noi donne siamo costrette ad adottare piccole strategie che in qualche modo ci facciano sentire più al sicuro». «Siamo innanzitutto noi uomini che dobbiamo far sentire le donne protette – ha aggiunto un signore presente -, difenderle e rispettarle per fare in modo che questi episodi di violenza non si verificano mai più».

Centrale è stata la presenza di Sabrina Di Giacomo (avvocato e life coach) e Marina Terlizzi (avvocato esperta in criminologia) che hanno affrontato il tema anche dal punto di vista legale, fornendo informazioni su come si svolge il processo di denuncia di episodi di violenza, come si attivano le successive procedure e quanto ancora ci sarebbe da fare per migliorare il meccanismo, ma non solo: «Noi ci occupiamo principalmente di violenza psicologica – hanno detto durante il loro intervento – e in questi casi, come ovviamente anche in quelli di violenza fisica, quello che facciamo è supportare psicologicamente le donne vittime di violenza.

Uno dei problemi che ci vengono posti molto spesso è quello della dipendenza economica: molte donne che affermano di aver rinunciato al lavoro per crescere i figli, non trovano il coraggio di denunciare le violenze subite proprio perché non saprebbero dove andare, cosa fare e come mantenersi. Rimettere in gioco la propria vita non è semplice, per questo bisogna partire dal principio perché, se manca il sostegno all’esterno, la donna potrebbe anche non trovare la forza di denunciare».

“Ad oggi si sta facendo tanto con le associazioni che si occupano di violenza sulle donne – ha dichiarato l’assessore Monica Picca – ma siamo fortunati perché questa Amministrazione ha due centri fondamentali per l’accoglienza: la Casa rifugio e il Centro anti-violenza. Quello che stiamo cercando di fare, però, è un altro passo avanti: non solo accoglienza, ma sburocratizzare una macchina amministrativa che, purtroppo dal nazionale ai comuni è ancora troppo farraginosa. Spesso, infatti, le donne che denunciano hanno difficoltà a farlo con gli organi competenti, hanno paura perché una volta attivato il codice rosso, parte tutto quel meccanismo che toglie la donna dal suo contesto di vita quotidiana: diventa quindi vittima non solo di un carnefice, ma anche di una burocrazia interminabile.

Partendo da Fiumicino, vogliamo cercare di fare ancora più rete: abbiamo creato un protocollo, abbiamo preso contatti con il Parlamento con Giulia Buongiorno, – ha concluso Picca – che a breve sarà presente sul territorio. Fiumicino ha, infatti grandi risorse: pensate che ai nostri centri si rivolgono donne che chiedono supporto anche da Velletri e da Frascati perché lì i centri non ci sono». Importante è stato anche il passaggio sul tema dell’educazione sentimentale: troppo spesso giovani, ma anche giovanissimi (ed è quello a preoccupare) usano un linguaggio inappropriato, adottano atteggiamenti sbagliati nei confronti delle donne che ai loro occhi possono sembrare “normali” ma in realtà non lo so: “Non puoi uscire con i tuoi amici”, “Non puoi vestirti così”, controlli del cellulare e degli effetti personali, tutti segnali che potrebbero poi sfociare in qualche tipo di violenza.

«Noi come istituzione dobbiamo dare un contributo concreto, attivo per contrastare la violenza sulle donne – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Federica Poggio -. Bene, quindi, lo stanziamento di più fondi per il centro anti-violenza. Ma bisogna partire dalle basi: realizzare anche culturalmente delle iniziative nelle scuole per far capire ai ragazzi che la violenza non è normale, nonostante vi possano essere contesti in cui un giovane la vive in casa e potrebbe non rendersene conto. Importante è sensibilizzare sull’educazione sentimentale». «Noi uomini dobbiamo essere i primi a far sapere che c’è un supporto alle donne vittime di violenza – ha detto l’assessore all’Ambiente Stefano Costa -. In eventi come questo è importante non solo la nostra presenza, ma anche la nostra volontà. Sarà importante vedere una panchina rossa in tutti i parchi del territorio. Ma è importante che ci siano tanti uomini a presenziare, perché ce ne è bisogno, per andare in loro difesa». All’evento, oltre agli assessori e agli avvocati, era presente anche il delegato del Sindaco all’ambiente Emiliano Cogato, il delegato agli animali Massimiliano Gusai e il consigliere comunale Mario Balletta. Tante i rappresentanti e i membri presenti del comitato “La Fabbrica delle Idee”, del comitato spontaneo Monte Solarolo, dell’associazione “Donne per la sicurezza” e di Eidos in rete Odv.