LADISPOLI – «Una liberazione questa sentenza ma da quel giorno soffro ancora». Tira un sospiro di sollievo Alessandro Ognibene, il kitesurfer 54enne che il 3 ottobre del 2018 era stato travolto da un elicottero militare impiegato in una esercitazione. Il tribunale civile ha riconosciuto l’incidente accaduto nello specchio d’acqua di Torre Flavia smontando di fatto l’impianto della difesa che ha sempre puntato sul «colpo di vento». Una tesi però che per il giudice Adolfo Ceccarini non sta in piedi, dopo le indagini svolte dalla Capitaneria di porto di Ladispoli-Marina San Nicola. Ognibene venne aspirato dal bipala del potente Chinook e sollevato per parecchi metri prima di precipitare sull’arenile. Venne trasportato d’urgenza all’ospedale Policlinico Gemelli con lesioni praticamente su tutto il corpo. Il Ministero della Difesa dunque dovrà risarcire oltre 243mila euro ad Ognibene, più altri interessi maturati, e poi ci sono le spese riconosciute al suo legale, Giuseppe Maccarone. Il tribunale ha ricostruito per filo e per segno quanto accaduto quel giorno quando Ognibene stava per entrare in acqua per praticare il suo sport preferito. «Aveva alzato la vela del kitesurf e aveva completato la vestizione nell’imbracatura alla quale si assicurano i cavi che tengono la vela». Ecco spuntare il Chinook improvvisamente. «In quel frangente, sopraggiungevano in volo alcuni elicotteri militari, in forza all’Aereonautica Militare e al Ministero della Difesa, i quali procedevano a bassissima quota». Fino all’incidente. «Improvvisamente, a causa dello spostamento d’aria provocato dalle pale dell’elicottero birotore, posizionato nell’area balneare ad una quota di 152 metri, il surfista veniva proiettato con violenza verso l’alto, trascinato dall’ala del kitesurf a cui era agganciato, per poi precipitare a terra, privo di conoscenza con un impeto tale da provocargli gravi lesioni personali». Non accolta la tesi difensiva sulle raffiche di vento. «Spirava con una forza al massimo di 8-10 nodi, assolutamente insufficiente a sbalzare l’uomo». Perciò Ognibene è stato aspirato «per almeno 10 metri d’altezza» dalla forza della doppia elica. In ambito penale è ancora in corso il processo che vede alla sbarra il capo dell’addestramento denominato “Notte Scura 2018” e i due piloti del Chinook. «Un passo alla volta – commenta ancora Ognibene - appena è uscita la sentenza ho pianto. A livello emotivo è stata una sensazione importante anche se a distanza di tanti anni convivo con dolori allucinanti»

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