Un’esplosione, avvertita come un terremoto, che sventra l’edificio e chi può, tra gli occupanti, fugge in strada a chiedere aiuto. Gli ospiti della struttura sono stati trovati lì, feriti e impauriti, dagli abitanti di San Lorenzo Nuovo che venerdì sera intorno alle 23 hanno dato l’allarme. I 31 migranti, tra cui minori e donne, ospitati nella struttura allestita presso la zona industriale del paese, sono rimasti tutti feriti da un’esplosione che ha devastato il centro che li ospitava. La macchina dei soccorsi si è attivata immediatamente, coordinata dal prefetto di Viterbo che ha attivato subito il Coc (Centro operativo comunale) per gestire la risposta dell’emergenza.

Sul posto c’è stato subito un grosso dispiegamento di soccorritori: vigili del fuoco, 118, protezione civile e carabinieri. Impegnati tre elicotteri per trasportare i feriti negli ospedali della Tuscia, di Roma e della Toscana. I vigili del fuoco hanno operato anche con squadre Usar e con i cinofili per verificare l'eventuale presenza di ulteriori persone coinvolte. Aiuti sono arrivati da tutto il Lazio e dall’Umbria. Le persone sono state tutte soccorse e trasportate in ospedale in breve tempo. Il bilancio aggiornato dei feriti parla di tre persone ricoverate al Centro Ustioni dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Si tratta di tre giovani tra i 21 e i 34 anni in prognosi riservata per ustioni di secondo e terzo grado. Tra i feriti anche 2 bambini, mentre in 5 sarebbero stati già dimessi nella giornate di ieri.

Tutte le operazioni di soccorso si sono concluse intorno alle 4. L’area è stata posta sotto sequestro mentre la pm, Paola Conti, ieri mattina presente sul posto, ha aperto un fascicolo per disastro colposo a carico di ignoti. Tra le prime ipotesi quella di una fuga di gpl che  sarebbe avvenuta dai tubi collegati ad un serbatoio esterno che alimenta la falegnameria distante una decina di metri da luogo dell’esplosione. Un tubo giallo presente in un’intercapedine, secondo gli investigatori, potrebbe essere la causa della deflagrazione.

Alcuni residenti hanno riferito di aver avvertito già dalla giornata di venerdì un forte odore di gas mentre l’avvocato Sebastiano Sani, legale della società proprietaria della struttura che ospitava i migranti, ha escluso che ci fosse gas nell’edificio. La società Ospite Srl era dotata di tre appartamenti con l’affido di persone extracomunitarie. «Noi, per scelta aziendale, come da dichiarazione fatta in prefettura, abbiamo solo ed esclusivamente utilizzato elettricità sia per il riscaldamento che per cucinare», ha detto il legale. L’esplosione è stata così forte che all’interno dell’edificio un pilastro maestro è stato spostato e lesionato.

Parzialmente danneggiati anche i capannoni di due attività vicine, una falegnameria e un’azienda vinicola.

Intanto il prefetto di Viterbo ieri pomeriggio ha tenuto una riunione. Tra le questioni c’è anche quella del ricollocamento dei migranti.