E’ stato un successo comunitario la marcia indetta da “Tuscia in movimento” domenica scorsa e snodatasi da Corchiano dopo la confluenza di 4 cortei provenienti da Gallese, Vignanello, Vasanello e unitisi nel paese del sindaco Gianfranco Piergentili.

Quasi 3 mila persone, rappresentanti il mondo politico, istituzionale, associazionistico, religioso e semplici cittadini hanno detto un no secco all’ipotesi che il Deposito nazionale di scorie nucleari si realizzi in uno dei 21 siti ufficializzati dalla Cnapi della Sogin e riguardanti il nostro territorio.

«Oggi nella Tuscia è stata scritta una pagina di storia – ha detto il presidente della Provincia Alessandro Romoli -, di partecipazione e democrazia. Una pagina di un libro che forse verrà letto un giorno dalle prossime generazioni e che racconterà di come abbiamo difeso il nostro territorio. Oltre duemila persone hanno infatti partecipato alla marcia contro la realizzazione di un deposito di scorie radioattive nella provincia di Viterbo. C’erano comitati, sindaci, amministratori, rappresentanti provinciali e regionali. Ma soprattutto c’erano tantissime cittadine e cittadini della Tuscia». Per Romoli si è trattato di «una manifestazione di unità, compattezza e forza. E una dimostrazione di quanto bello sia l’attivismo dei cittadini. Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo a gran voce oggi: la Tuscia è un territorio dalla forte vocazione agricola e naturalistica e non può esserci spazio qui da noi per un deposito di scorie radioattive. Né oggi, né mai. La Provincia di Viterbo è in prima fila in questa battaglia. Lo ha dimostrato la presenza del Presidente Alessandro Romoli, del vicepresidente Pietro Nocchi e dei consiglieri provinciali alla marcia di oggi. Continueremo a fare tutto ciò che è in nostro potere per tenere i rifiuti radioattivi lontani dalla nostra terra». Il consigliere regionale Enrico Panunzi dice che «la marcia contro il Deposito di scorie nucleari che si è svolta confluendo nell’oasi naturale del Wwf di Corchiano è un punto di svolta della lotta di tutto il territorio e delle istituzioni, da quando è uscita la Cnapi, dal 5 gennaio 2021, contro l’individuazione dei siti nella Tuscia. Infatti erano presenti tutti i sindaci delle amministrazioni coinvolte ed anche oltre».

Per il vicepresidente della Regione Lazio si può parlare di un punto di svolta perché «aldilà degli ordini del giorno e delle prese di posizione, delle delibere comunali e dei ricorsi giurisdizionali e delle osservazioni presentate senza risposta, è la rappresentanza di un popolo a largo spettro con tutte le associazioni che io ringrazio. E’ stato un processo confuso, secretato per anni, che non ha visto un confronto. Da domenica si può parlare di una nuova strategia per dire no all’eventuale decisione sul deposito nella Tuscia. La marcia di Corchiano è stata un dissuasore naturale nel perseguire e proseguire con questi criteri e, soprattutto, senza un confronto serrato in una situazione per noi inaccettabile ed ingiustificabile in qualsiasi senso».

Il capogruppo FdI in Regione, Daniele Sabatini, conferma che «sono stato a Corchiano per ribadire il no al deposito delle scorie nucleari. Ho portato il saluto del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ancora per ribadire il no come già espresso in tante occasioni sul deposito delle scorie Nucleari nella nostra provincia. La voce di tanti amministratori e degli organizzatori della marcia per il no è arrivata e si è fatta sentire. No scorie, no deposito nella nostra provincia».

Il sindaco di Gallese Danilo Piersanti, primo cittadino di uno dei Comuni coinvolti per i siti idonei alle scorie nucleari, ribadisce che «è stata una bellissima manifestazione molto partecipata con più di duemila persone. Abbiamo ribadito fortemente la contrarietà al deposito che noi chiamiamo discarica. C’erano anche la sindaca di Viterbo Frontini, il presidente delle Provincia Romoli ed i consiglieri regionali Sabatini e Panunzi, il presidente del Biodistretto Crucianelli ed il messaggio di Rotelli. E’ un fatto che non c’è mai stato in queste modalità. Tutti siamo stati d’accordo sul dire che è stata una scelta scellerata e senza valutare bene le cose. Siamo pronti ad altre iniziative se il Governo non ci ascolterà».