daria geggi

Sono trascorsi 79 anni da quel 14 maggio 1943, la prima di una serie di tragiche giornate che hanno ferito profondamente Civitavecchia: circa 90 bombardamenti subiti in un anno, centinaia e centinaia di vittime, porto e città distrutti. Eppure, nonostante il tempo trascorso, la ferita è ancora aperta nei testimoni diretti di quella che è la pagina più tragica della storia della città. «Avevo solo sette anni, ero una bambina, ma quel periodo lo ricordo perfettamente». È tutto ancora ben impresso nella mente della signora Impera Marini. Il racconto è chiaro e nitido. Come fosse passato poco tempo. «Io e la mia famiglia per fortuna ci siamo salvati – ha raccontato – ma Civitavecchia non fu più la stessa. Era una città bellissima. Poi le bombe la distrussero, irriconoscibile». Le bombe sono arrivate dal cielo senza alcun avviso, nessuna sirena ha suonato per avvertire la popolazione. Eppure qualcosa si immaginava già, non in modo così drammatico. «I miei genitori – ricorda Impera – la mattina del 14 maggio mi misero su un pullman, insieme alla mie cugine, e ad altri ragazzi: molti erano diretti a Valentano, noi invece ci fermammo a Latera, in provincia di Viterbo. Il marito di mia sorella era di quel paese e ci avrebbe ospitati, vista la situazione. Io allora frequentavo la prima elementare; eravamo alloggiati nella villetta del medico del paese». Era una bambina, ma ricorda bene i discorsi che si facevano, le sensazioni, la paura, i racconti dei genitori e degli zii che durante i bombardamenti si sono nascosti nei diversi rifugi. La sua famiglia abitava nel palazzo accanto alla Cattedrale. La zona, proprio a ridosso del porto, fu devastata. Il suo palazzo rimase in piedi «ma i miei genitori persero il ristorante tra la prima e la seconda strada – racconta la signora Impera – anche il locale di mia zia venne bombardato, sotto la scalinata che portava alla splendida terrazza Bernini». Racconta di una città bellissima, ricca di storia, di angoli suggestivi, la signora Impera. Una città profondamente cambiata poi dopo gli 87 bombardamenti da parte dell'aviazione angloamericana.

E oggi la città vuole ricordare questa dolorosa ferita. Il programma dell’amministrazione prevede, a partire dalle 11, la deposizione di una corona al monumento dedicato alle vittime dei bombardamenti su Civitavecchia, al cimitero di via Aurelia Nord. A seguire la deposizione di un omaggio floreale al Monumento ai Caduti in piazza Vittorio Emanuele e infine la deposizione di una corona alla lapide dedicata ai Caduti in via Mazzini. Alle 21 sarà proiettato a piazza Calamatta il documentario di Roberta Galletta "14 Maggio 1943-La Memoria Ritrovata" con i racconti di quattro testimoni, all'epoca bambini, Marisa Paoloni, Nadia Branchi, Rossana Giudici e Renato Biferali.

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