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FIUMICINO - Si è avvalsa della facoltà di non rispondere la nuora di Stefania Camboni, indagata per l’omicidio della suocera. Nei suoi confronti non c’è la convalida del fermo, ma il GIP ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere per pericolo inquinamento prove.
Si cerca, intanto, l’arma del delitto, ma anche il cellulare della vittima, i vestiti e i panni sporchi usati per ripulire la scena del crimine, come emerge dall’ultima iniziativa promossa dall’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni, che ha lanciato un appello pubblico alla cittadinanza di Fregene, invitando tutti a prestare massima attenzione durante passeggiate o attività nella vegetazione. Ogni busta o oggetto insanguinato abbandonato nei fossati, nei rovi o nella macchia potrebbe rivelarsi decisivo per le indagini. «Siamo certi che è stato gettato un bustone pieno di panni copiosamente sporchi di sangue – ha dichiarato l’avvocato – forse guanti, vestiti, il coltello e il telefono della vittima». Una battuta esplorativa è stata effettuata nei giorni scorsi nella zona di Torre Primavera, area considerata compatibile con un possibile occultamento del materiale compromettente. È stato impiegato anche un drone, nella speranza di individuare movimenti anomali o tracce sospette. Il rischio, secondo la parte civile, è che qualcuno abbia cercato di cancellare ogni legame con l’accaduto, sbarazzandosi nottetempo degli oggetti chiave. Nel comunicato stampa diffuso nelle scorse ore, si sottolinea come l’abitudine dei residenti a raccogliere rifiuti abbandonati possa rivelarsi un’arma a doppio taglio. «In questo momento ogni sacchetto può contenere prove – si legge – anche se a prima vista può sembrare solo spazzatura». Per questo motivo si invita espressamente a non toccare nulla e a contattare immediatamente il 112 o la caserma dei carabinieri di Fregene.
L’indagine, condotta dalla Procura di Civitavecchia, punta a ricostruire nel dettaglio cosa sia accaduto quella mattina del 15 maggio, quando Stefania Camboni è stata ritrovata senza vita, uccisa con numerosi fendenti all’interno della sua abitazione. La mancanza dell’arma del delitto e di altri elementi cruciali rappresenta uno dei vuoti investigativi più rilevanti. Non si esclude che il responsabile possa aver agito con l’intento preciso di cancellare ogni traccia, o che ci sia stato un concorso esterno per depistare le indagini. L’avvocato Gabrielli chiede alla comunità un contributo concreto, appellandosi al senso civico dei cittadini: «Aiutare la giustizia significa proteggere l’intera comunità e rendere onore alla memoria di Stefania». La speranza è che, con l’aiuto di tutti, si riesca a ritrovare ciò che ancora manca e che potrebbe essere decisivo per fare luce sull’omicidio.