CERVETERI - «Di questo passo non ci resterà che chiudere». Sono sul piede di guerra gli allevatori di Cerveteri, così come quelli di Fiumicino e di tutto il Lazio per l’ennesima stangata della società “Latte Sano” la grande azienda produttrice e venditrice di latte e suoi derivati. La decisione di ridurre il prezzo da 60 a 57 centesimi al litro è una ulteriore mazzata per un settore messo già alle corde negli ultimi anni dai rincari energetici, l’aumento delle materie prime e la gestione degli animali. «Ci ritroviamo a protestare per pretendere un prezzo del latte più equo – si sfoga Carmine Ciaralli, produttore cerveterano – siamo vicini al baratro. Produciamo 45 quintali al giorno e solo per andare in pareggio dovrebbero pagarci molto di più quando poi sugli scaffali si trova al triplo. Perché non rosicchiare invece dalla grande distribuzione?». Nelle scorse settimane gli allevatori avevano provato ad aprire un dialogo con la società, ma ad oggi non c'è stato alcun margine di trattativa. Nel mese di marzo Ismea, l’Istituto per studi, ricerche e informazioni sul mercato agricolo, ha pubblicato l’analisi svolta nella regione Lazio nel periodo maggio 2022-gennaio 2023 su un campione di stalle della cooperativa, da cui è emersa una stima del costo di produzione del latte pari a 0,65 euro a litro. Non certo i 57 chiesti da Latte Sano. Il rischio, adesso, oltre alla crisi degli allevatori è quello che litri e litri di latte fresco finiscano al macero. Lunedì mattina si è tenuto un incontro tra i presidenti delle cooperative e le organizzazioni sindacali al fianco dei lavoratori danneggiati. Latte Sano invece ha incontrato le poche cooperative del Lazio che hanno accettato già la riduzione a 57 centesimi. «Questo è un problema – parla anche Pino Giacomobono, altro produttore cerveterano – non sappiamo quello che accadrà. Queste cooperative daranno il latte a 57 centesimi fino a giugno. Per tutte le altre si vedrà. Siamo a Cerveteri dal 1952, è uno dei periodi più difficili del nostro settore. Produciamo circa 1.500 litri al giorno e portare il pagamento a 57 centesimi è un’ulteriore mazzata. Non ci sono più margini di guadagno». Infuriato il presidente della cooperativa “Latte Più”. «Siamo contrari all’abbassamento del prezzo del latte deciso in modo unilaterale nel mese di febbraio - afferma Valentino Vela - la situazione è ormai insostenibile, si scarica tutto sull’anello debole della catena. Non ce la facciamo più e prima o poi qualcuno si accorgerà di quello che stiamo vivendo ma sarà troppo tardi. Abbiamo prese che delle cooperative hanno firmato a nostra insaputa».

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