Quella di ieri è stata una giornata cruciale sul fronte delle indagini per l’omicidio di Valentin Ionut Crisan, l’operaio 47enne morto in seguito a un litigio con il cognato. In procura sono state sentite la mamma e la sorella della vittima, presenti in casa al momento della lite.
Secondo la ricostruzione fornita al pm, Paola Conti, dalle due donne, assistite dall’avvocato Walter Pella, Crisan sarebbe stato colpito per difendere la sorella. Questa, compagna di Daniel Dumitrel Ene, 31enne ora in carcere accusato di omicidio, l’anno scorso aveva denunciato Ene per stalking e maltrattamenti e per questo all’uomo era stato applicato il braccialetto elettronico. Uscito dal carcere qualche mese fa, dove si trovava per questioni di droga, la coppia avrebbe tentato una riappacificazione per il figlio di pochi mesi.
Sabato scorso nell’appartamento della donna, in via Rocco, era in corso una festa familiare. Oltre a Crisan erano presenti anche i genitori. Pare che Ene si sarebbe ubriacato e, stando al racconto fatto dalle due testimoni alla pm, avrebbe iniziato a inveire con violenza contro la compagna. Crisan sarebbe intervenuto per difendere la sorella cercando di riportare il cognato alla calma. La madre di Crisan, vedendo che la situazione stava degenerando, avrebbe invitato gli altri parenti ad andarsene.
Sull’ingresso di casa, Ene avrebbe iniziato a colpire l’operaio con calci e pugni. La madre avrebbe cercato di mettersi in mezzo ai due ma Ene avrebbe colpito l’altro con un oggetto facendolo cadere a terra, poi avrebbe colpito con una bottiglia in testa. L’operaio non avrebbe tentato neanche di reagire. Anche la sorella, finita in mezzo alla colluttazione, avrebbe riportato delle ferite.
Insomma, stando alla ricostruzione fornita dalle donne, Crisan sarebbe stato vittima della furia del cognato. Sua sorella lo avrebbe poi caricato in auto per portarlo in ospedale ma l’operaio durante il tragitto si è accasciato in strada ed è morto.
Sarà l’autopsia eseguita ieri mattina dalla dottoressa Benedetta Baldari, a chiarire se c’è un nesso tra le botte ricevute e il decesso.
Allo stesso medico legale è stata chiesta una perizia sulle lesioni riportate dall’arrestato. Intanto, sempre nella mattinata di ieri, Daniel Dumitrel Ene è comparso davanti al gip, Fiorella Scarpato per l’udienza di convalida. Alla giudice ha ribadito quanto affermato davanti alla pm, Paola Conti, appena dopo l’arresto ossia che tra lui e il cognato c’è stato un litigio. «Ci siamo presi a pugni» avrebbe ribadito. La gip si è riservata sulla richiesta di commutazione di custodia dal carcere ai domiciliari, fatta dal suo legale Marco Borrani.