CIVITAVECCHIA – Lavoro, lavoro, lavoro. È il grido che ha accompagnato il corteo dei metalmeccanici delle ditte appaltatrici che lavorano a Torre nord, preoccupati per un futuro ancora troppo incerto, e che dal piazzale del Tribunale hanno raggiunto questa mattina il Pincio, dove ad attenderli c’erano i colleghi portuali di Minosse, la società che si occupa della movimentazione del carbone. Con loro Fiom Cgil, Filt Cgil e Usb, che hanno richiamato in modo particolare Enel, gli industriali e le istituzioni tutte, affinché il processo di decarbonizzazione venga governato mettendo in campo progetti seri e sostenibili, che non lascino indietro nessuno e che garantiscano al territorio prospettive di sviluppo concrete. 

Il phase out dal carbone, previsto per il 2025, è dietro l’angolo: e già oggi si stanno facendo i conti con contratti a tempo determinato non rinnovati ed attività ridotte. La preoccupazione è tanta. «Nessuno deve essere lasciato a casa – hanno detto i sindacati – questo è un problema che riguarda tutta la città, non solo chi lavora in centrale: siamo in ritardo, la situazione va affrontata. E non sono i sindacati a dover progettare il futuro industriale di un territorio, ma ci siamo e siamo a disposizione nell’indicare possibili soluzioni». 

Eolico offshore con accanto una filiera per la costruzione dei componenti, la logistica su cui Enel aveva inizialmente avanzato una proposta, un polo tecnologico sulle rinnovabili. «Ci sono una serie di idee – hanno concluso –ora aspettiamo però progetti ed investimenti». 

Ad ascoltare i vari interventi ed il grido d’allarme della piazza anche il sindaco Ernesto Tedesco, il vice Manuel Magliani e l’assessore Francesco Serpa, insieme alla consigliera regionale Marietta Tidei e diversi consiglieri comunali; proprio il sindaco ha poi invitato una delegazione di sindacalisti e lavoratori al Comune per un punto sulla vertenza.