LADISPOLI – Ora sui cantieri della ciclabile il comune pensa a delle modifiche sul progetto. Una sorta di dietrofront dopo le criticità evidenziate a più riprese dai residenti ma anche dagli stessi automobilisti. È il sindaco in prima persona, intervenendo nella consueta trasmissione radiofonica di Cmr, ad annunciare le novità. A cominciare dal tragitto di via Venezia, a poca distanza dal viale Italia. «Stiamo valutando – è quanto risposto da Alessandro Grando – la possibilità di accorciare il cantiere di un paio di metri per lasciare più spazio alla carreggiata. In questo modo magari si potrà anche recuperare qualche posto auto. I cittadini erano preoccupati all’inizio, un po' come avvenuto nel quartiere Caere Vetus, poi con gli interventi terminati si sono accorti che tutto è tornato come prima con i parcheggi a spina di pesce. Ci vuole solo pazienza». Intanto da ieri, dopo un mese di assenza, operai di nuovo al lavoro per ultimare la ciclopedonale in via Venezia. Gli abitanti sono esasperati, così come i residenti. La pista passa di fronte ai passi carrabili e ai negozi e si teme per la sicurezza dei pedoni e degli stessi ciclisti. In più a preoccupare è l’incrocio tra via Venezia e via Napoli perché le auto corrono sempre all’impazzata e non ci sono controlli per arginare questo fenomeno.

L’ALTRO CANTIERE C’è un'altra parte della città dove si sta lavorando, ed è quella sul lungomare a nord della città. E anche qui sono sorte problematiche per la carreggiata troppo stretta con i mezzi pesanti che in più occasioni hanno smantellato i cordoli passando con le ruote. «Il punto è quello tra via Primo Mantovani e via Roma – ha aggiunto Grando – e posso dire di aver già dato mandato agli uffici comunali di provvedere ad una modifica in questa parte di strada che conduce poi in via San Remo. È una situazione di pericolo magari per chi va a piedi o in bici sulla pista perché alcuni conducenti tendono ad andare più sulla destra per evitare i rami degli alberi. Tuttavia le misure del codice della strada sono state rispettate, però interverremo ugualmente».

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