CIVITAVECCHIA – Si chiude finalmente, dopo ben 12 anni, una vicenda che aveva destato grande interesse in città, e che era iniziata il 20 febbraio 2012 quando il chiosco bar Chalet del Tribunale veniva posto sotto sequestro per presunte violazioni di leggi edilizie.

Il procedimento penale che ne seguì coinvolse, oltre al titolare del bar, Alessandro Di Raimondo, anche il progettista e direttore dei lavori Tiziano Barlafante, che veniva condannato all'udienza del 15 aprile 2013, mentre Di Raimondo veniva assolto perché il fatto non costituisce reato, e veniva ordinata la demolizione del chiosco.

Sia Di Raimondo che il Barlafante, entrambi assistiti dall'avvocato Giovanni Spanu, avevano deciso quindi di ricorrere in appello, con il relativo processo che è stato celebrato il 31 maggio scorso. Il caso si è concluso con l'assoluzione di entrambi gli imputati perché il fatto non sussiste, nel pieno accoglimento delle istanze della difesa, che miravano ad una più ampia formula assolutoria per Di Raimondo, ed alla medesima formula per il geometra Barlafante. La Corte ha inoltre disposto la revoca del provvedimento di demolizione. La Procura generale aveva chiesto declaratoria di prescrizione del reato.

«Finalmente è stata fatta quella giustizia che attendevamo da molti, troppi anni – ha commentato soddisfatto l’avvocato Spanu – e che abbiamo caparbiamente inseguito con la convinzione di chi sa di aver subito una inaccettabile ingiustizia che oggi è stata cancellata. È trascorso così tanto tempo che sono perfino andato in pensione, ma quando è arrivata la notifica del decreto di citazione, sono stato felice di riprendere la toga per l'ultima battaglia, il cui esito non era affatto scontato. Oggi tutti siamo soddisfatti, i miei assistiti che hanno ottenuto piena soddisfazione, ed i nostri concittadini che potranno continuare serenamente a fruire di quella che, nonostante tutto, si è ormai consolidata come una realtà commerciale e sociale che tutti conoscono ed apprezzano».