«In moltissimi mi avete scritto e lo state facendo anche in questo momento. Ebbene sì. Il concerto di Capodanno a Ladispoli è stato ufficialmente annullato. Come mi sento? Sconcertato. Né triste né arrabbiato. Non comprendo davvero come nel 2023 ci sia apertura mentale per quasi tutto, propensione ad aggiornare la propria modalità di pensiero sulla maggior parte delle cose, ma non verso l'arte». A metterlo nero su bianco sulle sue storie Instagram è stato il rapper Emis Killa dopo la decisione presa dall'amministrazione comunale di annullare la sua performance la notte di Capodanno in città. Un dietro front arrivato dopo giorni di polemiche da parte dei partiti politici di opposizione e dei cittadini (con il Codacons che aveva addirittura annunciato l'avvio di un esposto alla Corte dei Conti, ora a quanto pare "congelato") e che nella giornata di martedì ha investito anche i vertici del partito di Giorgia Meloni, con un intervento a quanto pare, dello stesso premier. A essere fortemente contestati due aspetti sostanziali della vicenda: l'ingente esborso economico per la serata: 345mila euro di cui solo 200mila di cache per Killa e Pequeno; la presenza di Killa, "famoso" per “Tre Messaggi in Segreteria”, un brano di denuncia della violenza sulle donne come spiegato dallo stesso rapper. Concetto che è tornato a ribadire proprio in queste ore, sempre sui social, dopo la decisione di annullare il suo concerto. «(...) nel rap esiste una cosa chiamata story telling - scriveva - Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel caso del pezzo da voi menzionato (ben 7 anni dopo tra l'altro, siete un pezzo avanti insomma) io interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo, per quanto spiacevoli accadono. Nel pezzo non è emiliano che parla, e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire (...)». In un altro messaggio Killa incalza ancora: «(...) dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle amiche. Potete cancellare tutti i concerti che volete, bannare i rapper dalle radio, indignarvi in gruppi social, non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando questo mi torna indietro nel peggiore dei modi. Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose». Ora, mentre prosegue il dibattito sui social relativo alla vicenda, si attende di conoscere «le variazioni alla scaletta dell'evento» annunciati dal sindaco che oggi, in consiglio comunale ha spiegato che il comune non dovrà sostenere alcuna penale e che i costi dell’evento sono «approssimativi». Spiegazione, questa che non ha convinto però i consiglieri d’opposizione.

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