Marco Bruzziches mette a disposizione dei consiglieri comunali le registrazioni dei dialoghi della famosa cena dei veleni a casa sua con la sindaca Chiara Frontini e il marito, Fabio Cavini, e spiega le motivazioni per cui le ha effettuate.

Nell’ultima seduta del consiglio comunale si era detto disponibile a divulgare il contenuto delle conversazioni dopo essersi consultato con il proprio avvocato. E così ieri è arrivato il via libera.

«Ritengo giusto venire incontro alle più che legittime richieste avanzate dall’opposizione nel corso della riunione consigliare del 13 giugno scorso e perciò metto a disposizione dei consiglieri che ne faranno richiesta il file contenente il testo integrale della trascrizione della registrazione sonora di quanto detto da tutti i presenti alla famosa cena del 26 settembre 2023».

Bruzziches sottolinea che «si tratta di una scelta che si colloca nel solco di trasparenza e chiarezza in cui ho da subito incanalato la narrazione dei fatti nei quali, mio malgrado, sono stato coinvolto, fatti che interessano due ambiti diversi, sebbene contigui; quello giudiziario dove sarà la magistratura a decidere se i fatti accaduti costituiscono reato e, in caso positivo, ad individuare e punire il colpevole o i colpevoli e quello politico nel quale le istituzioni democratiche ed i cittadini, valuteranno, prescindendo dagli esiti del giudizio penale, le affermazioni dei partecipanti alla cena e i loro riflessi sull’attività amministrativa».

Bruzziches ricorda quindi che era stata la sindaca, tramite la sua segretaria «a sollecitarmi, con molta insistenza ed urgenza, ad organizzare la cena, specificando anche i partecipanti»

Bruzziches rivela inoltre che «la decisione di registrare l’evento è scaturita da tale insistenza che mi aveva messo sul chi vive anche perché, persone assolutamente attendibili, mi avevano riferito episodi “strani” accaduti ad altri soggetti sospettati di non essere perfettamente allineati con la sindaca e il suo cerchio magico».

Il consigliere poi riferisce che «Cavini non appena entrato in casa mia, effettuò in maniera neanche troppo dissimulata, una sorta di perquisizione negli angoli nascosti, che non aveva alcun’altra giustificazione se non quella, da me compresa solo a posteriori, di verificare l’assenza di sistemi sonori o video celati: lo stesso si lasciò andare nel parlare solo dove essersi rassicurato in tal senso».

Bruzziches specifica che «il testo verrà inviato, ovviamente, con i nomi di quanti citati nel corso della conversazione, opportunamente oscurati».

Sul fronte giudiziario per la sindaca e il marito, indagati per minacce a corpo politico la procura, che aveva già chiesto il giudizio immediato poi respinto dal gip per “assenza di estremi probatori del reato”, chiede il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è fissata per il 21 novembre.