SANTA MARINELLA – “Tanti cittadini si stanno interrogando e mi chiedono cosa stia succedendo al castello di Santa Severa. Rispondo semplicemente che non è dato di sapere, in sintesi estrema, passati ormai molti mesi dalle ultime elezioni regionali la situazione non appare chiara a nessuno”. Questa la dichiarazione del direttore del Museo del mare e della Navigazione Antica Flavio Enei, che si dice pessimista sul futuro del maniero. “La Regione Lazio proprietaria del bene – continua - a breve dovrà rinnovare il contratto con Lazio Crea e subito dopo si dovrebbe rinnovare quello tra Lazio Crea e il Comune di Santa Marinella, da sempre presente nel castello con il suo Polo Museale Civico e con numerose altre attività e iniziative. Senza quest'ultimo contratto, per il Comune non è possibile indire la gara per la gestione dei servizi museali da tempo in proroga a Coopculture. Tutto sembra fermo. Tuttavia, nel frattempo, mentre risuonano le musiche e le luci del villaggio di Babbo Natale, succedono cose strane, inattese e non belle. Per la prima volta dopo 25 anni la Regione non eroga alcun contributo al Comune per il suo Polo Museale, Lazio Crea non eroga il contributo già ufficialmente assegnato su progetto al Gruppo archeologico del territorio cerite che ha cofinanziato il grande lavoro di restauro degli affreschi di epoca romana, rinvenuti negli scavi nella casa del Nostromo del castello (15mila euro anticipati dall'associazione più di un anno fa). Lazio Crea invia lettere di disdetta dei contratti a tutte le botteghe artigiane presenti nel borgo, alcune da quasi 30 anni, devono essere chiuse entro 15 giorni. Lazio Crea, a quanto pare, intende sottrarre alla Riserva Regionale di Macchiatonda i locali del Centro Visite operativo nel castello per destinarli ad altre funzioni”. “Corre voce che si voglia ampliare la ricettività dell'ostello – prosegue Enei - e aprire nel borgo un ristorante e altre attività. Forse è il caso di capire meglio cosa stia succedendo. Forse è anche il caso di ricordare che il complesso monumentale di Santa Severa è un bene comune pubblico che appartiene a tutti e nessuno può pensare di usarlo a suo piacimento senza interloquire ufficialmente con gli enti locali, la Soprintendenza e con le realtà presenti nel castello da decenni, associazioni e persone del territorio che lo hanno fatto vivere e che l'hanno difeso quando si è tentato di alienarlo e di privatizzarlo”. “Spero che a breve – conclude l’archeologo - si risolvano positivamente gli arcani e che si possa procedere in una rinnovata collaborazione tra tutti gli Enti interessati per la migliore tutela e valorizzazione del nostro straordinario complesso monumentale, principale bene storico archeologico di questa città”. E’ inammissibile che una maggioranza che governa la Regione, si permetta di distruggere un lavoro fatto da oltre 30 anni da esperti e professionisti dell’archeologia, per portare il castello da residenza per vip della borghesia romana pagando affitti da 8 euro al mese, ad un polo archeologico visitato da centinaia di migliaia di persone ogni anno. Il bene storico, deve essere gestito dal Comune e non da chi non ha mai avuto modo di vedere che cosa rappresenta per i residenti in termini di turismo e di produttività.