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SANTA MARINELLA – Dovrebbe tenersi il 23 ottobre prossimo (ma il presidente del consiglio Minghella non lo ha confermato), il consiglio comunale richiesto dalle minoranze, per discutere sul “caso Tidei”.
Una data che non è piaciuta alle opposizioni, che in un incontro tra i capi gruppo, si sono fatte sentire.
Ma che cosa è successo per far arrabbiare così il capogruppo di minoranza?
“Chiaramente la palese violazione del comma 2 dell’art 39 in quanto il consiglio andava fatto entro i 20 giorni a partire dal 28 settembre e quindi dovevano indirlo il 18 ottobre e non il 23 -dice il capo gruppo Domenico Fiorelli - quindi è un consiglio comunale illegittimo. Poi, come se non bastasse, avevamo richiesto una seduta pubblica, mentre invece il consiglio loro vorrebbero farlo a porte chiese in quanto, come ci è stato detto, verranno trattate questioni private. Comunque non possono decidere loro il tipo di consiglio. Noi gli avevamo chiesto un consiglio comunale pubblico per chiarire sui fatti riportati dai media e smentire le cose scritte sui giornali, anche con la presenza della popolazione non autorizzata a parlare. Le opposizioni vogliono sapere se corrisponde a verità, quanto riportato dai giornali, riguardo il concorso della Multiservizi e la gara d’appalto della Perla del Tirreno. Invece la maggioranza ha deciso di fare un consiglio comunale a porte chiese giustificato dal fatto che si tratterà di fatti personali. Noi abbiamo esplicitamente scritto sulla richiesta del consiglio, che non intendiamo parlare di questioni personali ma di fatti amministrativi venuti alla luce con le intercettazioni, fatti scritti dai giornali”. “Sinceramente non possiamo consentire che un consiglio comunale aperto possa diventare una corrida – risponde Minghella - in quanto si parlerà anche di vicende che coinvolgono persone non attinenti alla vicenda della corruzione. Noi abbiamo proposto un consiglio comunale chiuso e subito dopo faremo una conferenza stampa dove diremo tutto e i giornalisti potranno fare tutte le domande che vogliono. Ci vogliono motivazioni diverse per fare un consiglio comunale aperto. Se si dovessero trattare fatti personale come è possibile fermare 150, 200 persone che interverranno nel dibattito? Invece dobbiamo parlare di queste cose in un ambiente chiuso. Certo che anche per loro non sarà facile rispondere a delle nostre domande quando metteremo sul piatto decine di intercettazioni che parlano di fatti dove sono nominati personaggi come Quartieri e Angeletti”.
Ieri, su queste vicende sono intervenuti due ex sindaci, che si schierano a fianco dell’attuale primo cittadino. In una lettera, Giancarlo Silveri dice. “Sono molti anni che non vivo più a Santa Marinella – dice Silveri - città che amo, nella quale sono cresciuto e ho maturato esperienze di vita veramente preziose, dove sono tante le persone a me care. Mi affaccio ogni volta che posso e mi piace tenermi informato di quante più cose possibili al suo riguardo. Mi ha colpito molto vedere il sindaco alla ribalta nazionale per la vicenda del “bunga bunga”, all’interno della sede comunale, cosa certamente riprovevole sul piano etico e morale, osservo però che, in genere, tanto risalto si riserva ai casi di cronaca nera o di corruzione o comunque di malversazioni varie, ma qui si è trattato di un fatto “lettereccio” o meglio, se ho ben capito, “poltroneccio”. Infatti, sembra che dal cospicuo numero di ore di intercettazioni, non sia emerso null’altro. C’è quindi da chiedersi perché questa insistenza? Questo dossieraggio? Per uno come me, non di sinistra, disgustato dalle autentiche aggressioni fatte da quella parte politica ad esponenti della parte avversa per fatti della specie, è difficile comprendere. Tidei, con il quale in passato ho anche avuto varie occasioni di scontro politico molto duro ma per il quale ho rispetto, che piaccia o no, è stato rieletto al primo turno sindaco di Santa Marinella e se lo si vuole sconfiggere lo si faccia con l’azione politica, non si usino riprovevoli scorciatoie”.
Ma ad attaccare il sindaco è il gruppo politico Unione Popolare che risponde sulle querele annunciate da Tidei. “In gergo si chiamano querele temerarie – dice Unione Popolare di Civitavecchia - le fanno i potenti per intimidire giornalisti scomodi o oppositori politici. Quella che il Sindaco Tidei dice di aver presentato nei confronti della consigliera Clelia Di Liello ha tutti i contorni di una querela temeraria. Forte dell’ingente patrimonio, gli risulta cosa di poco conto pagare un avvocato. La consigliera comunale Di Liello di Coalizione Futuro non ha fatto altro che riprendere le notizie diffuse dai giornali locali e nazionali e chiedere conto politicamente, in doveroso adempimento al proprio compito d’istituto e con gli strumenti che a tale compito sono consoni. Invece di rispondere nel merito e fugare dubbi e sospetti che hanno infangato davanti a tutta Italia un’intera amministrazione comunale, l'unico modo che il Sindaco Tidei ha ritenuto di dover utilizzare è quello delle minacce e delle intimidazioni, con l'intento di mettere a tacere la voce dell'opposizione all'interno del consiglio comunale. La consigliera Di Liello è rappresentante di una parte importante dei cittadini di Santa Marinella, minacciare lei è minacciare una parte della città. Sappia la consigliera che siamo e saremo dalla sua parte per garantire l'esercizio delle libertà democratiche per il diritto alla critica e all'opposizione e che ci stiamo mobilitando per sostenere le spese legali”.
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