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TOLFA - La consigliera di opposizione del Comune di Tolfa e segretaria del PD collinare Sharon Carminelli interviene nel dibattito sulla proroga al 2038 della chiusura della centrale a carbone di Civitavecchia. In una nota la Carminelli sottolinea: “Ho partecipato martedì scorso al consiglio comunale che si è tenuto ad Allumiere contestando le scelte della maggioranza e l’atteggiamento dei rappresentanti locali”. Secondo la segretaria del Pd e consigliera di opposizione Sharon Carminelli “l’ordine del giorno firmato dall’onorevole Battilocchio, letto in aula dal dottor Mauro Mocci parla chiaro: dietro le parole “assicurare la continuità produttiva” si celerebbe la volontà di continuare a bruciare carbone. Altro che raffreddamento! Da rilevare il rischio che le 28 proposte di riconversione industriale già presentate al Ministero possano essere accantonate o ignorate se il termine di chiusura slitta di tredici anni”.
Nel suo intervento la Carminelli critica la maggioranza di Allumiere “per aver respinto la mozione senza un dibattito vero e senza argomentazioni, nascondendosi dietro l’alibi che deve prima esprimersi Civitavecchia”. Carminelli poi prosegue sottolineando “A differenza di Allumiere il Comune di Cerveteri ha approvato la mozione contraria alla proroga del carbone. Ora si attende la posizione di Tolfa: spero di vedere partecipazione e dibattito. Non si potrà dire ‘non lo sapevamo’. Vent’anni fa forse si poteva fingere di non conoscere gli effetti del carbone, oggi li vediamo ogni giorno: sulla salute, sull’ambiente, sulla qualità della vita”. La consigliera di opposizione di Tolfa contesta anche le rassicurazioni del Governo, secondo cui la centrale a carbone verrebbe accesa solo in caso di emergenza. “Le emergenze sociali, economiche e geopolitiche – sostiene – sono sempre dietro l’angolo e diventeranno il pretesto per prorogare ancora”.
Il messaggio finale della Carminelli è un appello diretto ai cittadini: “È ora di reagire. Chi ha responsabilità istituzionale ha già scelto da che parte stare. Adesso tocca alla comunità mobilitarsi, partecipare e pretendere una politica all’altezza del territorio. Il carbone doveva chiudere nel 2025. Tutto il resto sono bugie, retorica e interessi di pochi sulle spalle di tutti”