CIVITAVECCHIA – Tutte le organizzazioni sindacali regionali della Polizia Penitenziaria Fns Cisl, Sappe ,Uilpa, Uspp, Sinappe, Osapp e Fp Cgil, hanno organizzato una manifestazione che si svolgerà questa mattina a Roma davanti all’istituto penitenziario di Regina Coeli - dalle 10 alle 13 - per denunciare le principali problematiche con cui ogni giorno devono fare i conti tra cui la carenza di personale. Alla manifestazione parteciperanno tutti i responsabili Territoriali delle province di Roma- Rieti- Viterbo- Latina e Frosinone, oltre , al personale appartenente agli Istituti e servizi vari Minorili della regione. 

“Le aggressioni al personale nelle carceri del Lazio risultano essere state : 42 nel 2021, 33 nel 2022 e già 17 nel primo trimestre 2023 – denunciano i sindacati – attualmente gli istituti che hanno la maggiore carenza di personale di polizia penitenziaria sono gli istituti di Regina Coeli (-34%) Cassino (-33%) NC Rieti (-28%) Velletri (-27%) CR Rebibbia (-25%) Viterbo (-21%) a tale data vanno aggiunti gli Istituti CC Frosinone e Rebibbia NC che raggiungono una carenza oltre il 30% in quanto amministrano unità non proprie relativa al Nucleo Tradizioni Provinciale di Frosinone e Nucleo Traduzioni Cittadino di Roma. Attualmente nella regione mancano quasi 500 unità di Polizia Penitenziaria. Purtroppo registriamo sovraffollamento nelle carceri e le situazioni di maggiori criticità si registrano a Regina Coeli e Civitavecchia Nuovo Complesso (che presentano tassi di affollamento rispettivamente del 158% e del 154%). Accanto a questi vi sono altri quattro Istituti: Cassino, Latina, NC Rebibbia (R. Cinotti), e Viterbo che presentano tassi effettivi di affollamento superiori a 130%”.

Per la Fns Cisl Lazio occorre compensare la forte carenza di organico ed è , pertanto, necessario intervenire sull’organizzazione del servizio all’interno degli istituti e mettere mano alle norme relative all’Ordinamento Penitenziario ed al codice penale. «È opportuno e necessario provvedere alla carenza degli organici, creare spazi a disposizione del personale ed ausili tecnologici per migliorare il servizio. Chiediamo da tempo al Ministero della giustizia ed al DAP – hanno concluso – misure concrete e non soluzioni tampone che inevitabilmente finiscono con il riportare il problema all’origine».