CIVITA CASTELLANA -«All’ospedale Andosilla la carenza di medici mette a rischio gli ambulatori, compreso quello diabetologia. I rumors si fanno sempre più insistenti e, nell’ambiente, cresce la preoccupazione per il progressivo smantellamento dell’ospedale». Lo scrive Filippo Mario Perazzoni della Confederazione Italiana Sindacati Adetti ai Servizi, in una lettera inviata al commissario Asl, al sindaco Giampieri e al consigliere regionale Sabatini. «Secondo le previsioni della normativa nazionale, per 0,25 unità di posto letto deve essere presente un medico nei reparti di medicina e chirurgia. Attualmente, l’unità operativa di Medicina ha una capienza di 30 posti letto, e, di contro, una presenza di solo cinque medici. I conti sono presto fatti: rispetto agli 0,25 x30 posti letto= ossia 7,5 medici più il primario che dovrebbero prestare servizio ce ne sono tre in meno con la presenza di un solo medico in turnazione. La situazione è ancora più grave poichè non si è ancora provveduto alla nomina di un primario che ha la responsabilità di un reparto e quindi interevenire quando questa si presentano criticità». «Una tale carenza di personale - spiega Perazzoni - incide pesantemente sulla turnistica, sulla assistenza diretta al paziente e sulla conseguente apertura degli ambulatori, poichè il fabbisogno calcolato deve essere integrato così da raggiungere il numero minimo di 8 dirigenti per il reparto e due unità per gli ambulatori molto importanti per la utenza del Distretto C. Nei mesi addietro gli ambulatori aperti con presenza medica erano: 5 giorni settimanali per il diabete in orari di mattina dalle 9 alle 14 e uno in orario pomeridiano dalle 13 alle 18; 1 giorno a settimana per le Demenze senili in orario dalle 9 alle 14; 1 giorno a settimana per la Cefalea in orario dalle 9 alle 14. A fronte di questa grave carenza di sanitari cosa avviene che si trasferiscono a Belcolle l’ambulatorio delle Cefalee e quello delle Demenze che così crea una situazione che costringe anche persone anziane a spostarsi. In ultimo, si assume a gettone (basta andare su internet e vedere quanto costa questo servizio) un medico per la copertura di un turno. Il rischio concreto, poi, è che anche l’ambulatorio di diabetologia sia presto destinato alla stessa fine, subendo una drastica riduzione degli orari con soli tre giorni a settimana. Questi tre ordini di servizio e anche la ipotesi di trasferire a Viterbo sono da scongiurare fortemente. Inoltre questi movimenti effettuati, certamente per il personale medico così presente non garantisce il numero minimo di personale medico necessario ad assicurare la turnistica, la presenza nel reparto, e nemmeno la apertura degli ambulatori. Rimane aperto il problema del danno che subisce la stragrande maggioranza della popolazione che si vede negate o quantomeno ritardate le cure e le prestazioni a cui ha diritto. Secondo noi vi sono grosse responsabilità di chi , arbitrariamente, da svariato tempo,a conoscenza di tutti, organizza e dirige questo ospedale, forse eletto da una politica non più presente in Regione, senza la necessaria specializzazione. Direzione che ridurebbe il suo orario di lavoro contrattuale presso la sua untà, guarda caso, forte di ben 3 medici e 3 infermieri solo per fare attività ambulatoriale. Si diffida chiunque effettui: riduzione di personale, chiusura di ambulatori, riduzioni della presenza medica in contrasto secondo gli standard nazionali; riduzione dei posti letto. E chi non garantisca una assistenza adeguata secondo le normative vigenti. Chiediamo anche l’intervento del sindaco (responsabile Sanità) e del capogruppo consiglio regionale Sabatini». «Siamo convinti che durante il sopralluogo effettuato nei giorni precedenti presso il P.O. - conclude - queste criticità non sono state evidenziate, ma solo fatto visionare quei pochi ambulatori funzionanti».