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CIVITAVECCHIA – Il Pronto Soccorso, luogo di emergenza e soccorso, è diventato sempre più una trincea per gli operatori sanitari. Questo è quanto emerge dalle testimonianze dirette di medici e infermieri, che raccontano episodi sempre più frequenti di violenza verbale e fisica.
Una delle infermiere presenti la sera dell’8 marzo al pronto soccorso del San Paolo ha raccontato quanto accaduto. «Mentre io e le mie colleghe stavamo registrando un paziente nel portale di accettazione dedicato presso il nostro Triage, è arrivato un uomo molto agitato e ubriaco - racconta – ha iniziato a insultarci e ad appellarci con epiteti poco carini, per poi tentare di aggredirci fisicamente. Il panico si è scatenato quando l'uomo ha iniziato a colpire violentemente le porte di accesso, causandone la rottura». La situazione è diventata critica, con il personale sanitario costretto a chiamare la vigilanza e poi le forze dell’ordine per ottenere assistenza.
«L'episodio ha causato l'interruzione del pubblico servizio, bloccando l'attività di sette operatori tra medici, infermieri e personale di supporto, che sono diventati ostaggi della situazione in attesa dell'intervento delle forze dell’ordine» ha aggiunto. Le aggressioni fisiche e verbali, le ingiurie e gli atti di violenza sono diventati all'ordine del giorno, trasformando il Pronto Soccorso in una zona di guerra. «Fare un turno di lavoro qui è come scendere in battaglia e rischiare qualcosa di importante» ha confermato l’infermiera. «Abbiamo sempre paura che possa succedere qualcosa di più serio – ha aggiunto – lavorare in posti di prima linea ci mette a rischio e ci fa vivere con ansia ogni giornata di lavoro. Il pensiero di andarcene e trovare un posto più sicuro è sempre presente».