MONTALTO - Olio extravergine di oliva, spese funebri, alberghi, numerosissimi pranzi e cene cui partecipavano anche esponenti del Comune di Montalto con addebito dei conti sulla Fondazione Vulci o sulla Mastarna (ora denominata Multiservizi srl), sui due enti cioè che, come è noto, si sono occupati in questi ultimi anni della gestione del parco naturalistico e archeologico di Vulci, uno dei siti più importanti dell’Etruria meridionale. Anche il caffè e le bibite dei distributori automatici installati negli uffici dei due enti venivano spesati con i fondi pubblici per una cifra che supera le mille euro.
E’ quanto hanno scoperto i finanzieri della Compagnia di Tarquinia, del comandante Antonio Petti, a conclusione di una complessa attività investigativa in materia di reati contro la pubblica amministrazione condotta nei confronti della Mastarna s.r.l. e della Fondazione Vulci, totalmente partecipate dal Comune di Montalto di Castro. In particolare, sarebbe stato riscontrato che i fondi degli enti sarebbero stati utilizzati per acquisti ritenuti al di fuori delle finalità istituzionali proprie degli enti stessi. Così, su delega della Procura di Civitavecchia, i finanzieri hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale ordinario di Civitavecchia, Francesco Filocamo, sottoponendo a sequestro beni patrimoniali, disponibilità finanziarie su conti correnti e polizze assicurative per un totale complessivo di oltre 182.000 euro.
Le indagini sarebbero partite a seguito di diversi esposti presentati in Procura. I finanzieri avrebbero passato al setaccio i conti delle società dal 2012 , scoprendo -, mediante le tradizionali tecniche investigative, l’audizione di numerose persone informate sui fatti e l’esame di migliaia di documenti acquisiti al procedimento -, che gli indagati si sarebbero appropriati di somme di denaro dell’ente, utilizzandole per propri fini personali. Per tali motivi, i tre responsabili (del Comune e delle entità giuridiche partecipate), dovranno ora rispondere del reato di peculato (all’art. 314 del codice penale), che prevede la reclusione da tre a dieci anni di carcere.
Sono pertanto chiamati a rispondere del reato di peculato, a vario titolo, il sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci, l’ormai ex presidente (il mandato è scaduto a fine dicembre 2018) della Fondazione Vulci, Carmelo Messina e il rappresentante e liquidatore della Mastarna srl Alessandro Fiordomi.
Secondo il decreto firmato dal giudice Filocamo, Alessandro Fiordomi avrebbe sottratto dalle casse della società 55.611,18 per finalità personali. La somma contestata a Carmelo Messina, in qualità di rappresentante legale della Fondazione Vulci, è invece di 36.144,85. A Sergio Caci, in qualità di sindaco e rappresentante dell’ente oggetto di controllo, in qualità pertanto di firmatario dei bilanci che attesterebbero la distrazione di fondi, la cifra contestata sarebbe di 91.756,03, frutto della sommatoria del denaro corrispondente a quanto illecitamente sottratto dalle casse dei due enti controllati.
Secondo l’accusa, il primo cittadino castrense risulterebbe partecipante a diversi conviviali che avrebbero generato le spese di ristorazione che secondo l’accusa sarebbero state illecitamente addebitate a tali enti. Del provvedimento è stata informata anche la Sezione giurisdizionale per il Lazio presso la Procura Regionale della Corte dei Conti per l’accertamento del conseguente danno erariale.
In serata è giunto l’intervento ufficiale del sindaco Sergio Caci: "Qualche giorno fa sono stato raggiunto da un avviso di garanzia che riguarda la gestione di Mastarna prima e di Fondazione Vulci poi per delle spese che, a detta degli inquirenti, non sarebbero giustificate. - afferma Caci - Il sottoscritto risulterebbe coinvolto in questa vicenda giudiziaria per aver approvato, nel corso degli anni (dal 2012 al 2017), quale rappresentate dell’ente socio, i Bilanci dei due soggetti all’interno dei quali sono ricomprese le spese contestate e per aver partecipato, in alcuni casi, a pranzi istituzionali. Ebbene, fermo restando il lavoro che verrà svolto dagli avvocati nelle competenti sedi, ciò che oggi mi preme evidenziare è il rammarico per questa vicenda, difficile da comprendere". "È vero che in qualità di socio dei due soggetti (Mastarna e Fondazione) - spiega Caci - ho approvato i Bilanci nel corso degli anni, come è altrettanto vero che gli stessi, al momento dell’approvazione, hanno ottenuto il parere favorevole del Collegio Sindacale (per quanto riguarda la società) e del Revisore (per la Fondazione). Non solo, sia la società Mastarna sia la Fondazione, quali soggetti c.d. “in house providing” dell’ente sono stati (lo è tutt’ora la Fondazione, così come la Montalto Multiservizi), soggetti al controllo analogo da parte dei competenti uffici comunali e di una struttura/comitato appositamente creata dall’ente per monitorare i flussi finanziari della società. Nonostante ciò, oggi mi ritrovo indagato per aver fatto il mio dovere di Sindaco e dato il mio parere favorevole su dei Bilanci che al momento della loro approvazione non presentavano alcun elemento ostativo alla stessa. Sfido chiunque, infatti, dalla lettura dei Bilanci (che tra l’altro sono pubblici) e dei documenti allegati (nota integrativa e parere Collegio Sindacale) a rilevare elementi che mi impedissero in quel momento di esprimere voto favorevole. Ne prendo atto e vado avanti, consapevole della correttezza del mio operato e di essere riuscito insieme alla mia amministrazione a salvare decine di posti di lavoro con la nascita della Fondazione Vulci, vista la situazione debitoria in cui versava la Mastarna al momento del nostro insediamento". "Altra questione - aggiunge il sindaco di Montalto - è l’aver partecipato “direttamente” a pranzi/situazioni conviviali. Naturalmente, lungi da me da avere mai pranzato a titolo personale a spese della Mastarna e di Fondazione Vulci, né tantomeno ad aver acquistato mai beni con gli stessi fondi. Nel corso di tutti i miei anni da Sindaco del Comune non ho mai utilizzato un solo euro di soldi pubblici per miei scopi personali! Addirittura dal 2012, per quanto mi è dato vedere, avrei partecipato a soli 15 pranzi - tutti ovviamente istituzionali come potrò dimostrare - unitamente ad altri rappresentanti dell’Ente, alcuni dei quali oggi si trovano all'opposizione e gridano allo scandalo. Nonostante ciò, dal comunicato emanato della GdF, mi sembra di essere stato già condannato, senza aver avuto ancora la possibilità di difendermi dalle suddette accuse, certamente poco chiare. In ogni caso sono e resto fiducioso, il tempo saprà essere galantuom". "Con l’occasione - afferma il primo cittadino - ne approfitto per evidenziare come il mio (nostro) impegno per il Parco di Vulci, il suo sviluppo e la salvaguardia dei posti di lavoro è sotto gli occhi di tutti sin dal 2012, anno di inizio del mio primo mandato. Ho cercato con tutti i mezzi e grazie al supporto della Soprintendenza, degli amministratori della società, dell’attuale e precedente maggioranza comunale e dei cittadini, di investire tempo e denaro affinché il Parco di Vulci diventasse il punto di riferimento del settore nella Regione Lazio. Ci stiamo riuscendo, anche se gli sforzi sono sempre superiori rispetto alla lentezza con cui un bene culturale restituisce ricchezza ad un territorio. Montalto e Pescia sono state trasformate ed è stato possibile grazie a progetti, investimenti, impegno quotidiano. Se il premio è subire questo stillicidio, mi chiedo: chi me lo fa fare? Non sarà il caso di restituire Vulci al Ministero dei Beni Culturali? Non sarà il caso di fermare tutti i lavori, le attività, gli investimenti? Esiste il reato di inerzia? Ringrazio la mia famiglia, i nostri amministratori, i molti cittadini, gli amici che mi sono sempre vicini e mi affido alla magistratura, che sicuramente farà chiarezza su questa annosa vicenda, nell'interesse di tutte le persone che nel corso degli anni ci hanno dato fiducia".
Si dice pronto a restituire la somma contestata, l’ex presidente di Fondazione Vulci Carmelo Messina: «Se ho sbagliato non ho problemi a restituire la cifra», anche se Messina ribadisce di aver utilizzato le somme esclusivamente per fini connessi al ruolo ricoperto.
Intanto, in attesa di conoscere la posizione delle difese, si sono scatenate le opposizioni, dal Pd al Movimento Cinque stelle. Resta chiaro che per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Il sistema giuridico italiano, infatti, giova ricordarlo, si basa sulla presunzione di innocenza in base alla quale una persona non è considerata colpevole sino a condanna definitiva, fino cioè al terzo grado di giudizio.