SANTA MARINELLA – Con la cacciata dal castello di Santa Severa di tutte le persone che utilizzavano alcuni locali come botteghe artigianali, finisce l’era della trasformazione di un bene, sfruttato per un centinaio d’anni da persone facoltose che avevano ottenuto in affitto alcuni appartamenti come residenza estiva a poche lire al mese, a vero polo di attrazione delle bellezze storiche del maniero.

Nei giorni scorsi, anche le due storiche gestrici della Casa della Bambola, sono state costrette a portare via tutta la loro oggettistica, perchè la Regione Lazio intende utilizzare il castello per altri scopi che, detto da influenti amministratori comunali, potrebbero essere quelli di una privatizzazione del bene storico. Ma prima di lasciare, Grazia e Daniela hanno mandato un messaggio via social. “Eccoci qua – scrivono - una vita in un castello, dove siamo cresciute e dove abbiamo creato il nostro lavoro, fra le sue magiche mura. Un lavoro che abbiamo creato con le nostre forze, studiando, mettendo tanta passione, con pochi soldi, dal nulla. La prima esposizione nel 1993 a cui ne sono susseguite tante altre, fino a creare la nostra piccola azienda @Ceramiche Artistiche D'Urso che esiste ormai da più di 30 anni. Oggi siamo costrette a lasciare il nostro luogo del cuore, Lazio Crea e Regione Lazio decidono che pochi irriducibili artigiani devono uscire dal castello. L'arte, la creatività, la tradizione del nostro mestiere non sono forse cultura? Non siamo forse un valore aggiunto in un luogo storico? Ma l'artigianato non andava incentivato e tutelato? A tutti i nostri clienti diciamo che il nostro lavoro continua, potete trovarci sempre indaffarate nel nostro laboratorio”.

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