MONTEFIASCONE – Il primo workshop, organizzato dal Biodistretto del lago di Bolsena e curato nel suo ricco ed articolato programma dal professor Francesco Orzi, ha registrato un grande e importante successo, sia per il numero dei partecipanti, che per l’attento e qualificato dibattito scaturito al termine di ogni intervento e delle due sessioni.

Attraverso le relazioni e gli interventi sono state focalizzate e approfondite le diverse problematiche ambientali del territorio intorno al lago di Bolsena e dell’ecosistema lacustre.

Sottolineata la necessità di una sempre maggiore consapevolezza circa la responsabilità individuale e collettiva nella tutela dei beni comuni- acqua, terra, aria, paesaggio- che deve anche passare attraverso la scelta di modelli ecosostenibili nelle attività di produzione agricola e zootecnica, nella tutela delle tante ricchezze naturalistiche, paesaggistiche, storiche ed archeologiche rafforzando l’alleanza tra agricoltori, pubbliche amministrazioni, artigiani, imprenditori, operatori turistici e comunità locali per una gestione sempre più sostenibile delle tante risorse del territorio. Tra gli illustri relatori il presidente del Biodistretto – BDLB dottor Gabriele Antoniella che ha introdotto i lavori, i professori Vincenzo Pagano, Romolo Fochetti e Giuseppe Scapigliati dell’Università della Tuscia-Unitus, il dottor Marco Lauteri e il dottor Andrea Babbi del CNR, il professor Giuseppe Pagano geologo, Georg Wallener fisico e vicepresidente dell’Associazione Lago di Bolsena-ALB, Enrico Calvario biologo sempre dell’ALB, l’ing. Pietro Paris già responsabile ISPRA e la dottoressa Antonella Litta referente nazionale per l’Associazione medici per l’ambiente – ISDE per le problematiche ambientali e sanitarie derivanti dall’inquinamento delle acque ad uso umano (www.isde.it). La dottoressa Litta è intervenuta sul tema: “Acqua, ambiente e salute, un legame indissolubile. Cosa insegna la vicenda del lago di Vico”. La referente Isde ha iniziato il suo intervento con un appello perché si faccia tutto il possibie affinché il lago di Bolsena non abbia a soffrire le stesse problematiche ambientali del lago di Vico. Ha poi mostrato una lunga serie di documenti e ricerche scientifiche che dimostrano il degrado dell’ecosistema lacustre vicano e il persistere delle ordinanze di non potabilità nei due comuni di Ronciglione e Caprarola che dal lago di Vico captano il maggior quantitativo di acque distribuite nei due acquedotti comunali. Sempre dai documenti, studi e pubblicazioni scientifiche, evidenziata la relazione tra la situazione estremamente critica dell’ecosistema lacustre e le varie attività che si sono svolte e si svolgono in prossimità e dentro la caldera del lago e tra queste la coltivaziona intensiva del nocciolo che sta diventando una minaccia anche per il lago di Bolsena. Infine condivisa e sostanziata la grande proccupazione per i possibili effetti sinergici derivanti dalla coesposizione, tramite le acque captate dal lago, all’arsenico- cancerogeno di classe 1-, ai pesticidi, ai Cianobatteri e alle loro microcistine tossiche e ribadito quindi la necessità dell’abbandono immediato della captazione delle acque dal lago di Vico e il rifornimento di acqua potabile alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione con sistemi alternativi a quelli della captazione lacustre.

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