CIVITAVECCHIA – Aggiudicato nei giorni scorsi dall’Ater di Civitavecchia uno degli appalti più discussi e che faranno più discutere negli ultimi tempi.

Sono infatti stati aggiudicati i lavori a procedura aperta ex art. 60 del d.lgs. n. 50/2016 relativi alle opere per “la demolizione e ricostruzione, in ristrutturazione edilizia, degli immobili correnti in Civitavecchia alla via XVI Settembre nn. 19 e 23 in lotto unico”.

Si tratta della demolizione e ricostruizione dei due ormai famosi immobili di via XVI settembre, i cui inquilini sono stati “trasferiti” da anni e per i quali è stato costituito anche un apposito comitato, per cercare di far valere il loro diritto a non essere trattati come “pacchi” da spostare da una parte all’altra.

L’appalto è stato aggiudicato provvisoriamente alla ditta D&G Edilizia Srl di Civitavecchia, che ha presentato un’offerta di ribasso del 20% sull’importo complessivo di 6.449.957,13 euro (di cui circa 6,1 milioni soggetti a ribasso).

La D&G Edilizia, amministrata da Gianni DePaolis, fratello del presidente dell’università agraria Daniele, ha un capitale sociale di soli 10mila euro e le SOA (certificazioni) non sufficienti per partecipare a gare con importi superiori a 6milioni di euro.

La vicenda dell’aggiudicazione della gara sarà anche formalmente legittima (non spetta a un giornale stabilirlo), ma è sicuramente singolare e forse meriterebbe un approfondimento.

La data di scadenza per la presentazione delle offerte era stabilita per il 6 febbraio scorso. De Paolis ha chiesto via Pec il 2 febbraio, ottenendolo, il differimento di qualche settimana perché evidentemente non aveva avuto tempo per trovare società disponibili a “prestargli” le certificazioni di cui era sprovvisto attraverso l’istituto dell’avvalimento.

Evidentemente il direttore generale dell’Ater Emiliano Clementi, che ha seguito questa come tutte le altre gare dell’istituto, ed il responsabile unico del procedimento non hanno posto obiezioni alla richiesta per le reciproche competenze e a poche ore dalla scadenza dei termini, il 6 febbraio, quando già altri 5 concorrenti avevano presentato la propria offerta, hanno deciso di spostare la scadenza dal 6 al 28 febbraio motivandola come “atto necessario per garantire il rispetto del criterio della massima partecipazione“.

Dunque le altre imprese che avevano i requisiti e avevano presentato le loro offerte, avendo avuto contezza dell’approvazione del bando fin dallo scorso 28 dicembre, hanno dovuto attendere il 28 febbraio per conoscere le sorti dell’aggiudicazione della gara, che alla fine è stata aggiudicata proprio a chi ha richiesto e beneficiato dello slittamento dei termini.

La D&G Edilizia Srl si è aggiudicata i lavori con una offerta anomala, che la stessa impresa ha dovuto giustificare in modo poi ritenuto attendibile.

Certo è che con i prezzi schizzati alle stelle anche per colpa del Bonus 110% appare davvero difficilmente spiegabile, in termini economico finanziari aziendali un ribasso così elevato ma tant’è che per la commissione oltre al Rup tutto sembra essere regolare.

L’altro aspetto singolare oltre a quelli esposti finora riguarda i requisiti per partecipare alla gara. La D&G Edilizia, pur avendo anche recentemente già lavorato insieme alla Marziali General Contractor Srl, che le ha consentito di avvalersi delle certificazioni Soa necessarie, perché non lo ha fatto subito ma ha dovuto chiedere una proroga in extremis per poi rivolgersi ad una impresa con cui ha lavorato o sta lavorando anche nei dintorni e che a sua volta è in concordato preventivo dal 2017?

Nel frattempo, almeno una delle società che ha partecipato alla gara, ha fatto richiesta di accesso agli atti per controllare i documenti che non sono stati pubblicati sul sito dell’Ater di Civitavecchia con l’intenzione, probabilmente, di ricorrere contro l’Ater nel caso di definitiva aggiudicazione dei lavori o comunque di andare fino in fondo ad una vicenda che, come detto, presenta fin troppe singolarità.

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