LADISPOLI – Ora gli attivisti che hanno bloccato l’autostrada creando disagi ai cittadini lunedì mattina sono finiti nei guai. Oltre ad essere stati arrestati e dislocati nelle carceri di Civitavecchia, Rebibbia e Regina Coeli, dovranno comparire questa mattina in tribunale, sempre a Civitavecchia, per la direttissima. In dodici dovranno comparire davanti al giudice per aver creato il “muro” sulla Roma-Civitavecchia all’altezza del chilometro 16, a Torrimpietra. Non appena scoppiato il caos, visto che alcuni automobilisti stavano per aggredirli, erano subito intervenuti gli agenti della polizia stradale di Cerveteri-Ladispoli, coordinati dal comandante Claudio Paolini, poi quelli del commissariato di Fiumicino, i colleghi della Mobile di Roma e la Digos. I manifestanti di “Ultima generazione-Fondo riparazione” dovranno difendersi da vari reati, tra cui attentato alla sicurezza dei trasporti, raduno illegale in quanto non comunicato preventivamente alle autorità preposte e anche danneggiamento per essersi incollate la mani sulla pavimentazione stradale poi presa a martellate dai vigili del fuoco per liberare alcuni tra i più agitati. Potrebbe anche essere denunciato chi invece al volante della Lamborghini che è passato rischiando di falciare uno dei giovani sdraiato a terra sulla corsia di marcia rimasto lievemente ferito. I poliziotti sono già sulle sue tracce.

Gli inquirenti stanno valutando se denunciare gli attivisti anche per la recinzione trovata divelta a bordo della carreggiata perché il sospetto è che a bucarla sarebbero stati proprio gli agitatori cronici che continuano a creare problemi in tutta Italia in nome dell’ambiente come il rider e studente di filosofia di 24 anni che sulla A12 ha motivato la sua protesta: «Sono qui perché visto con i miei occhi Milano venire distrutta da un’alluvione, ho visto il Po dimezzarsi e i contadini farsi la guerra per l’acqua. Sono qui perchè penso che le persone possano mobilitarsi contro un governo che li sta ammazzando».

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