Anguille marinate e porchetta di Vallerano, protagoniste assolute negli acquisti dei viterbesi durante il tradizionale appuntamento del 25 marzo con la fiera dell’Annunziata.

I banchi dei prodotti alimentari tipici sono stati quelli davanti a cui si sono registrate le file più lunghe di acquirenti.

In periodo di crisi, più che per spese voluttuarie, la gente apre il borsellino in maniera molto oculata e preferisce farlo per le cose essenziali. E niente è più essenziale del cibo.

Non a caso, infatti, oltre alle bancarelle con le anguille e i furgoncini della porchetta al Sacrario, un'altra porzione di fiera molto frequentata è stata quella di piazza Fontana Grande e via Cavour con il mercato straordinario dedicato al bio.

Singolare è stata la risposta dei visitatori, in termini di presenze. Mentre in via Cavour, al Sacrario e in via Marconi la gente si è affollata fin dalla mattina, per poi aumentare di numero nel pomeriggio, le bancarelle in piazza della Rocca invece sono state quasi snobbate. Affluenza decisamente scarsa per tutta la giornata.

E se su via Cairoli si è potuta registrare la presenza di almeno nove banchi, flop clamoroso invece in piazza San Faustino dove non c’era neanche un ambulante. Nonostante l’amministrazione comunale avesse annunciato che anche in quella piazza, insieme appunto a via Cairoli, quest’anno sarebbe arrivata la fiera.

Invece il nulla assoluto. Piazza completamente vuota. E le quattro bancarelle, due per ognuna delle due vie che da San Faustino portano a piazza della Rocca, non sono certamente riuscite a compensare il senso di malinconia e di nostalgia per gli anni pre-Covid, quando per la fiera dell’Annunziata si registrava un’altissima affluenza di persone, quasi ai livelli di Santa Rosa.

Nel frattempo sono intervenuti diversi cambiamenti, tra cui la decimazione del numero degli ambulanti a seguito del fermo di due anni causa pandemia, una crisi economica i cui strascichi già pesanti per le famiglie sono stati ulteriormente aggravati dagli aumenti esorbitanti delle bollette e dei costi per la spesa quotidiana. Certamente uno scenario complicato da cui partire, ma la “nuova” fiera targata Frontini non sembra calibrata per riuscire a decollare. Per la prossima edizione, se gli operatori mercatali decideranno di tornare a Viterbo, sarebbe forse opportuno valutare i punti deboli per migliorare l’attrattività della manifestazione.