CERVETERI - Un impegno, da parte dell'amministrazione, a introdurre l'adeguamento per tutti i dipendenti delle aziende che lavorano per il Comune e per coloro che lavoreranno in un appalto comunale, a un salario minimo di 9 euro l'ora. Questo il contenuto della mozione presentata dal consigliere e segretario del circolo locale del Pd, Giuseppe Zito, durante l'ultimo consiglio comunale, approvata con i voti della maggioranza. «La mozione in primo luogo invita il sindaco e la Giunta - spiegano i dem - a sostenere in sede Anci e in conferenza Stato-Città, nonché in tutte le sedi opportune, di concerto con i sindacati, tutti gli atti e le misure che portino all'istituzione di un salario minimo legale per i lavoratori italiani, sia pubblici che privati». In secondo luogo, il documento, impegna l'amministrazione «a introdurre» il salario minimo di 9 euro l'ora per «tutti i dipendenti delle aziende che lavorano per il Comune e per coloro che lavoreranno in un appalto comunale».

«Quest’ultima sarà, previa una valutazione di conformità con il Codice degli appalti - spiega il segretario locale del Pd, Zito - la precondizione obbligatoria nella stesura del testo di tutti gli appalti comunali». «È stato un lavoro impegnativo che ha visto coinvolto, oltre al Partito democratico, il sindaco Elena Gubetti, la Giunta comunale e tutta la maggioranza del consiglio, ai quali esprimo il mio ringraziamento più sentito - ha aggiunto Zito – Visto che il governo non dà segni di vita sulla questione del salario minimo, perdendo tempo sull’adeguamento italiano alle disposizioni europee, oggi a Cerveteri si è stabilito il sacrosanto principio che la città è dalla parte dei lavoratori».
«ATTO DAL SAPORE DI PROPAGANDA ELETTORALE IN VISTA DELLE EUROPEE»
E se la mozione ha trovato il favore della maggioranza, lo stesso non si può dire per i consiglieri di minoranza che guardando alle imminenti europee hanno parlato di «un atto che ha tutto il sapore di propaganda elettorale» in vista dell'appuntamento alle urne di giugno prossimo. A puntare i riflettori sull'argomento è stato proprio il consigliere FdI, Luigino Bucchi che, esprimendo solidarietà ai lavoratori interessati, ha precisato come «il lavoro povero e sottopagato purtroppo esiste, ma non da oggi». «È assolutamente necessario risolvere tale problema, originato, anche e forse soprattutto, dalla diffusione del lavoro irregolare che lascia i lavoratori privi di ogni tipo di tutela. È comunque da riconoscere l'operato del Governo per risolvere tale problema - ha proseguito Bucchi - con l'estensione del trattamento economico complessivo dei contratti più applicati come minimo di riferimento per i lavoratori privi di contrattazione, l'adozione di meccanismi per la partecipazione agli utili, proposte concrete per i lavoratori così come il contrasto a forme di lavoro nero o irregolare, evasioni contributive e assicurative, applicazione di contratti con finalità di elusione per lavoratori, lavoratrici e enti previdenziali. La media della tariffa oraria applicata dagli 11 contratti collettivi più applicati - ha proseguito Bucchi - secondo recenti studi risulta oscillare tra i 10,25 e gli 11.11 euro orari».