Approvata ieri in terza commissione consiliare del Comune di Viterbo la proposta di deliberazione, da portare in consiglio comunale, riguardante l'individuazione delle aree e determinazione dei prezzi di cessione in proprietà o in diritto di superficie delle stesse.

La deliberazione sarà parte integrante del bilancio tecnico, introdotto solo quest'anno dalla normativa, incluso nel 2024 nel bilancio di previsione. L'assessore all'Urbanistica Emanuele Aronne, affiancato dal dirigente Stefano Peruzzo, ha dettagliato la proposta di deliberazione “«con la quale i Comuni effettivamente la quantità e la qualità di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie ai sensi della legge 167/1962, 965/1971 e 457/1978 che potranno essere ceduti in proprietà o in diritto di superficie». Contestualmente all'approvazione dell'elenco delle zone Peep (La Pila e C3 Barco, C4 Pilastro (viale Buozzi), C5 Santa Barbara-Capretta, C6 Capretta-Ellera, C8 S.Lucia, Carmine I°,C9 Carmine2° e Salamaro, C2 La Quercia (Campo Graziano), C14 S.Martino Chiesa Nova e Fossaccio,C17 Bagnaia (Pian di Quercia), Grotte Santa Stefano-Pietrafitta, Fastello, Roccalvecce e Sant'Angelo) la terza commissione consiliare ha approvato l'aggiornamento dei valori venali in queste zone menzionate con l'incremento dell'indice Istat da ottobre 2022 a settembre 2023. Sugli aggiornamenti dei valori delle varie aree (al metro quadrato) il Comune di Viterbo, in base alla normativa, ha il corrispettivo del 60% del valore totale. Sono stati approvati anche gli importi dei prezzi per la cessione in proprietà delle aree di nuova edificazione, comprese nelle nuove zone di edilizia popolare dei vari Piani di zona (Acquabianca, lotti urbanizzati e non, Sbarri, Ponte dell'Elce, S.Barbara, C4 Pilastro-Riello lotto 1 e 2). Ed è proprio sulla più che quindicennale situazione degli edifici in località Acquabianca, ormai un vero e proprio quartiere, che Alvaro Ricci ha posto delle domande all'assessore Aronne: «Sollecito un approfondimento – ha detto Ricci – su zona Acquabianca, l'attuale situazione , ottenuta per scelte sbagliate delle precedenti amministrazioni, incide sullo sviluppo urbanistico futuro ed ha risvolti patrimoniali molto seri. Le abitazioni di queste aree hanno problemi ad essere cedute per l'assenza e le difficoltà di realizzazione delle opere di urbanizzazione».

L'assessore Emanuele Aronne ha risposto dicendo che «le aree Acquabianca e Sbarri sono riunite nel consorzio Pian del Cerro. Sono 350 mila metri cubi di costruzioni di cui 221mila privati ​​ed il resto comunale per un totale di 6 milioni di controvalore. Quanto prima porremo la questione al consiglio comunale specificando che il contenzioso in atto si sta risolvendo con una trattativa portata avanti dal Dirigente Stefano Peruzzo e dal nostro avvocato».

Aronne ha ricordato che «appena mi sono insediato subito il dirigente mi ha posto sul tavolo il faldone di Acquabianca. Conosci le difficoltà. Ora che il semaforo non c'è più, se è un fatto positivo per la viabilità, però aggrava con il surplus di veicoli l'ingresso in zona Colleverde che è in una curva a raso. Con il prefetto ci confrontiamo per un nuovo svincolo e una soluzione tampone aspettando la risoluzione del contenzioso».

Il dirigente Peruzzo ha dettagliato la questione Acquabianca affermando che «stiamo lavorando per applicare la normativa, complessa, per arrivare ad una transazione finale con condizioni precise che soddisfino la Corte dei Conti perché quando c'è di mezzo la pubblica amministrazione ci sono regole molto precise e stringenti».