“La città possibile. La costruzione di un nuovo volto per Viterbo”. E’ titolo dell’appuntamento, che si è tenuto ieri pomeriggio al Teatro Unione, dato dalla sindaca Chiara Frontini alla città per illustrare i primi 365 giorni del suo mandato.

Un invito raccolto da tantissimi cittadini, oltre che da imprenditori e dai rappresentanti delle associazioni di categoria, che hanno gremito non solo la platea ma anche i palchetti fino al terzo ordine.

Introdotta dalla banda di Viterbo, la prima cittadina ha esordito spiegando che ha voluto incontrare la città «per parlare senza filtri, a cuore aperto, dei processi messi in campo in questo primo anno di mandato. Non per autocelebrarsi ma per raccontare anche quello che, nonostante i buoni propositi, non siete riusciti ancora a vedere».

Una narrazione, che è proceduta speditamente e seguita con la massima attenzione dai presenti, che ha preso le mosse proprio dal titolo dell’evento.

«Un titolo che pone l’accento su due focus: La città possibile che è quella che ancora non c’è, non è ancora cambiata nel profondo come vorremmo e la costruzione di un nuovo volto per Viterbo in cui abbiamo iniziato a gettare le basi per il cambiamento grazie ai molti progetti, alcuni già avviati, che la grande opportunità del Pnrr e di altri fondi ci offre».

Ha quindi elencato alcuni degli interventi più importanti - «che saranno tra l’altro curati da aziende viterbesi» ha rimarcato, sottolineando che si tratta di progetti che complessivamente valgono 100 milioni di finanziamenti.

«Abbiamo bisogno di voi per prenderci cura della città e per cambiare il volto di Viterbo» ha dichiarato rivolgendosi a cittadini, imprenditori e portatori di interessi.

Dopo alcune sottolineature di carattere politico ha quindi concluso affermando: «L’incontro di oggi (ieri ndr.) non è solo una parata di progetti ma vuole essere una rinnovata dichiarazione pubblica del nostro impegno e della volontà di mantenere gli impegni presi e le responsabilità assunte un anno fa».

«Viterbo - ha chiosato tra gli applausi - deve rinascere con un nuovo volto e una nuova anima. Ma se non si smuovono le coscienze, sarà difficile mettere in atto il cambiamento».