LADISPOLI - Oltre due milioni di euro per il capitolo dei servizi sociali. Questa la fetta dei 7milioni individuati con la manovra di bilancio, messi a disposizione dal comune ladispolano per le categorie più fragili. Diverse le voci che beneficeranno di più fondi rispetto agli anni passati. Si comincia dalle rette per il ricovero di minori all'interno degli istituti. Per loro una differenza di 462mila euro rispetto allo scorso anno per un totale di 720mila euro. Una voce, questa, che «pesa» e non poco sulle casse comunali perché un minore in istituto «ha un impatto che varia dai 100 ai 200 euro al giorno» come spiegato dal delegato alle Politiche sociali, Fiovo Bitti. "Tutti i comuni stanno cercando di capire come ottimizzarla”. Una strada percorribile potrebbe essere quella di pensare ad altri tipi di collocamento, magari all'interno di nuclei familiari. E a proposito di minori c'è poi l'assistenza educativa scolastica per gli studenti con disabilità. Si parla di oltre 460 mila euro, 45mila in più rispetto al 2023. In questi anni, infatti, «si è avuta una crescita dell'utenza». Del capitolo fanno poi parte i fondi necessari al pagamento degli stipendi degli operatori del settore che proprio in queste settimane hanno ottenuto il rinnovo del contratto collettivo che innalzerà i loro stipendi del 10/12%. E se da lato ci sono i minori, anche se negli anni, sulla scia di quanto sta accadendo in Italia, il numero di iscritti nelle scuole è calato anche in città; dall'altra parte si deve pensare anche agli anziani perché «sebbene Ladispoli sia una città con un'alta percentuale di giovani», sta crescendo anche il numero di anziani «soli» e che hanno «bisogno di assistenza». «Molti hanno anche diverse patologie ed è quindi necessario rafforzare il rapporto con la Asl per intrecciare le due cose», ha spiegato ancora Bitti.

I FONDI PNRR – Capitolo a parte sono ovviamente i fondi Pnrr. Proprio quindici giorni fa sull'argomento si è tenuta una cabina di regia alla presenza del sindaco, del segretario comunale e dei dirigenti per fare il «punto sui vari progetti». In tutto sono all'incirca 8 e comprendono anche opere di Lavori pubblici come la realizzazione di un asilo nido comunale di una mensa. Il problema nella messa a punto: le tempistiche. Argomento di cui si è parlato anche in un incontro a Palazzo Chigi alla presenza del premier Meloni e del ministro Fitto che «ha insistito sull'importanza del Dl Coesione che ha come obiettivo quello di accelerare la spesa dei fondi ordinari per poter andare davanti alla Commissione Europea per chiedere una proroga sulle tempistiche». Ad oggi, infatti, la scadenza per la messa a punto dei progetti è il 2025. Maglie troppo strette dunque entro le quali gli Enti non riescono a stare anche perché, come ricordato da Bitti, «da quando è partito il Pnrr sono scoppiate due guerre e il costo delle materie prime è aumentato». Se la data del 2025 dovesse, dunque, essere confermata, il rischio potrebbe essere quello di ritrovarsi con «dei lavori avviati ma non terminati». «Una beffa enorme».