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Scatta il piano per il contenimento dei cinghiali a Viterbo. La Regione Lazio ha dato il via libera al piano del Comune di Viterbo per arginare il problema degli ungulati in città e nei dintorni di Viterbo. Saranno 150 i cinghiali da ingabbiare e, solo in casi estremi, narcotizzare o eliminare: il costo totale del piano è di 87 mila 541 euro e sarà finanziato con fondi comunali. Sono anni, ormai, che a Viterbo la situazione della presenza dei cinghiali è fuori controllo e, nel tempo, si sono susseguite idee e proposte per cercare d’intervenire. La problematica è molto seria perché, ovviamente, nel territorio urbano è vietato usare metodi come l’abbattimento e, quindi, si è optato per soluzioni che potessero essere alternative. A proporre il piano approvato dal Comune di Viterbo è stata la società Kassena che ha diretto e progettato tutte le modalità pratiche e strategiche per intervenire sugli ungulati. In vari punti di Viterbo, sia centrali che periferici, verranno poste delle gabbie per catturare gli animali in modo non violento, quindi saranno portati via e, solo se gli esemplari saranno difficili da prendere, potranno essere narcotizzati o, nei casi più gravi, eliminati con iniezioni di specifici prodotti. I cinghiali, oltre al problema della salute pubblica, sono diventati un problema serio per l’incolumità di tutti perché appaiono ormai costantemente in pieno centro o su arterie di grande traffico urbano creando rischi di incidenti. «Abbiamo dato seguito al percorso intrapreso alcuni mesi fa – dicono l’assessora all’agricoltura Patrizia Notaristefano e il consigliere comunale Marco Nunzi - quando è stato approvato dalla Regione Lazio il nostro Priu comunale che prevedeva la cattura di 200 cinghiali urbanizzati. Dopo una fase sperimentale che ci ha permesso di testare positivamente tempi e modi di cattura, 17 cinghiali catturati in un mese, oggi inizia con la delibera la seconda fase che prevede la cattura di 150 cinghiali con le stesse modalità». Dopo anni di ipotesi e discussioni su come intervenire sul problema cinghiali, quindi, si passa dalle parole ai fatti. «Abbiamo previsto inoltre – continuano Notaristefano e Nunzi - la possibilità di lavorare con telenarcosi per quei soggetti più restii ad entrare in gabbia. Il tutto è stato realizzato tramite lo spin off dell’Università della Tuscia che ci ha presentato questo progetto. In questo periodo dell’anno le abbondanti piovute fanno sì che i cinghiali rimangano nei boschi e nei campi lontani dalla città perché hanno cibo in abbondanza: non appena i cinghiali saranno di nuovo a ridosso della città saremo pronti per catturarli».