«C’è l’intenzione politica di non darci il Rocchi». E’ un fiume in piena, Piero Camilli, ex patron della Viterbese calcio, che ieri al bistrot del teatro San Leonardo, ha ripercorso la vicenda dello stadio Rocchi.

«E’ stata la sindaca a cercarmi, mi disse che ovunque andava le dicevano di me. Dacce una mano, dacce una mano».

Camilli è netto nei concetti: «Com’era già stato fatto la prima volta ho atteso il bando pubblico ma, passa settembre passa ottobre non si è saputo più nulla. Allora mi sono detto: perché devo investire soldi? Con quale obiettivo?».

Camilli dice che: «probabilmente, ad un certo punto, ho cominciato a dare fastidio politicamente, prima mi cercano loro poi spariscono» e «si attaccano a minuzie burocratiche ma lasciano in stato vergognoso sia lo stadio Rocchi che lo stadio sintetico da allenamento Rossi del Pilastro che ho fatto fare io, mi sono imposto perché sono stato a Viterbo 6 anni ed eravamo costretti ad allenarci a Grotte di Castro, Bagnoregio: se ti alleni al Rocchi poi non si può giocare la partita a certi livelli. A Pisa mi hanno dato il campo in due minuti e parliamo dell’Arena Garibaldi, a Grosseto uguale e li ho portati quasi in serie A».

Camilli è un fiume in piena contro la modalità di azione della giunta Frontini: «Le strutture sportive sono un costo per le amministrazioni – continua Camilli – e questi non se ne rendono conto: io dato tutta la mia disponibilità a pagare tutto e questi si attaccano al Durc e ad altro, se c’erano 70 mila euro di debiti da pagare li pagavo io. Se il problema era il bando avrebbero potuto chiuderlo e riaprirlo o passare alla trattativa privata. La verità è che gli faceva comodo andare avanti così perché c’è di mezzo il Pnrr. Quando incontrai questi signori mi dissero che Romano aveva promesso di mettere un milione e mezzo per il Pnrr, lo stadio è un asset importante, ci porteremo il rugby…ma con il rugby sfasci tutto gli ho risposto, poi hanno assegnato il progetto Pnrr da 2,8 milioni di euro». Piero Camilli arriva alla conclusione per cui: «Io là dentro davo fastidio perché mettevo i puntini sulle i, secondo me il problema sono questi soldi». Per l’ex patron della Viterbese «si potevano trovare tanti modi per risolvere la vicenda come chiudere il bando, riaprirlo ed assegnarlo» poi «hanno chiesto dei soldi e non potevano farlo perché il bene è in parte della Regione e avrebbero potuto fare il bando gratuitamente con condizioni morali specifiche per partecipare. Grazie a Sabatini e Panunzi abbiamo risolto il problema con la Regione con la quale loro non parlano. Io ho sempre parlato con tutti ed è una cosa che non capisco: non hanno capacità amministrativa e non mi vergogno a dire che alla Frontini diedi una mano per le elezioni e ho sbagliato». Sulla necessità di giocare al Rocchi Piero Camilli è chiarissimo: «Con tutto il rispetto per Vignanello, solo al Rocchi possono esserci garanzie di crescita ed investimenti: se prendo una squadra investo soldi veri per un progetto».

Camilli ricorda le uniche condizioni per cui avrebbe accettato: «Subito lo stadio e convenzione per almeno 4-5 anni» ma «ora con la Frontini non ci parlo più, si devono vergognare di quello che hanno fatto per me ed i tifosi, ho visto gente piangere per la Viterbese». Sulla proposta di gestione a tutte le società sportive Camilli è ancora più duro: «la gestione costa tantissimi soldi e sento dire di affittare il campo, ma che è un giardino zoologico?». Critica quindi il Comune per la mancanza di ogni sopralluogo per i controlli allo stadio Rocchi, previsti dalla convenzione, e l’assenza di ogni controllo al campo sintetico Rossi del Pilastro.