di GRAZIAROSA VILLANI



BRACCIANO - Cupinoro, la discarica che da quasi 30 anni è stata al centro delle polemiche locali, ora che è chiusa ed ora che la Bracciano Ambiente è fallita, attende il capping e la gestione post mortem. Ma chi paga? La Regione al riguardo si tira fuori ed anzi approva, pur nominando un commissario ad acta nella figura di Flaminia Tosini, provvedimenti ne quali specifica che i costi saranno a carico del Comune di Bracciano. 

Nessun atto pubblico indica tuttavia una stima dei costi, mentre con altri provvedimenti la Regione Lazio incamera le somme derivanti dalla escussione delle polizze accese a suo tempo dalla Bracciano Ambiente. Così una discarica che per decenni ha servito decine di Comuni dell’hinterland romano, secondo quanto messo a punto della Regione, resta solo un affaire di Bracciano. Con quali conseguenze? La questione non è al momento nel dibattito. Tema centrale, ad oggi, è la tematica dell’esubero dei 15 lavoratori della Bracciano Ambiente. Ma il problema si presenterà in tutta la sua gravità quando verrà presentato il conto o quando il Comune di Bracciano dovrà assumersi gli oneri della gara. In tutta questa vicenda, ancora una volta si insinua lo zampino della Corte dei Conti. Centrale al riguardo quanto è scritto nella deliberazione sul parere espresso dall’Avvocatura regionale. “Con nota prot. 640300 del 22/12/2016 “l’Avvocatura regionale – si legge nella deliberazione regionale 9 febbraio 2017, n. 45- ha trasmesso il proprio parere sulla base della sopra citata richiesta dell’Area Ciclo Integrato dei Rifiuti prot. 614806 del 9/12/2016 nel quale rappresenta che “la gestione della discarica, trattandosi di un segmento del ciclo dei rifiuti di competenza comunale, è del Comune di Bracciano tanto che infatti ha appositamente costituito la società Bracciano Ambiente a cui ha conferito il mandato con tale oggetto. 

È quindi il Comune di Bracciano – si legge ancora - l’ente, che non potendo più avvalersi, a causa del fallimento della società in house, deve individuare mediante gara pubblica altra ditta che svolga il servizio di gestione operative e post mortem della discarica. In caso di inerzia del Comune, la Regione può previa diffida, intervenire ai sensi dell’art. 200 del D.Lgs. 152/2006 nonché dell’art. 13 della LR 27/98, in qualità di ente competente al controllo, anche in forma sostitutiva, delle operazione di gestione dei rifiuti e della funzionalità dei relativi impianti. Qualora la Regione Lazio, sulla base delle sopracitate disposizioni, esercitasse il potere sostitutivo – si specifica nel provvedimento - qualsiasi spesa che eventualmente dovesse sostenere, dovrà esserle rimborsata dal Comune di Bracciano…”.  

Chi deve pagare? Il Comune di Bracciano. Sono stati chiesti i poteri sostitutivi? Sì. Con l’ordinanza sindacale n. 6 del 10/1/2017, nelle more dell’espletamento dell’intervento regionale, il Comune di Bracciano ha disposto che “il curatore fallimentare ponga in essere, nell’ordine di 2 giorni dalla notifica, gli interventi necessari ad evitare “…lo sversamento del percolato nel terreno circostante le vasche di raccolta…” e ha confermato “la richiesta dell’intervento sostitutivo da parte della Regione Lazio”. 

In tutta questa procedura si insinua, a gamba tesa, la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per il Lazio, nota prot. 24 gennaio 2017 n. 1431, con cui richiede  “dettagliata relazione con riferimento ai poteri sostitutivi per la gestione della discarica di Cupinoro da parte dell’Ente Regionale con particolare riguardo alla realizzazione del capping ed alla successiva fase di gestione post mortem” precisando che, “tenuto conto che l’Ing. Flaminia Tosini, è attualmente Dirigente della Regione Lazio-Ciclo integrato dei rifiuti e che la medesima ha già acquisito una notevole conoscenza sulle problematiche della discarica di Cupinoro, si chiede di conoscere sin d’ora se la medesima sarà prescelta quale Commissario ad acta preposta alle attività gestionali sopraindicate al fine di procedere speditamente e senza ulteriore aggravio per l’Erario alla risoluzione delle gravi criticità riscontrate. Si sottolinea, al riguardo – scrive la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per il Lazio - l’estrema urgenza a provvedere”.  

Il Comune di Bracciano, oggi guidato dal sindaco Armando Tondinelli, non solo, secondo quanto si è andato delineando, dovrà pagare tutto ciò che riguarda il capping e la gestione post mortem della discarica, ma si è visto, a meno di smentite, scippare anche le somme di oltre otto milioni di euro derivanti dalle polizze in illo tempore accese. Ciò perché è risultata inadempiente a quanto previsto dall’autorizzazione ambientale. 

“Considerato che la Bracciano Ambiente spa è risultata inadempiente negli obblighi connessi alla Autorizzazione Integrata Ambientale di cui alla Determinazione G15123 del 28/10/2014; – si legge nella Determinazione 23 gennaio 2017, n. G00493 della Regione Lazio  - si escutono “la  Polizza della COFACE Assicurazione n.1849318 del 22/10/2009 pari ad euro 300.000 valida dal 22/10/2009 al 5/11/2020 a garanzia dei rischi connessi alla fase operativa dell’impianto di percolato per le operazioni D8 e D9 autorizzato con Decreto Commissariale n. 46/2007 accettata con nota prot. 247199 del 26/11/2009” e “Atto di garanzia n. 02/PR/015/000026 Confiditalia per euro 8.076.500,00 dal 15/1/2015 al 14/1/2020”.  

In sostanza circa 30 anni di gestione dei rifiuti per oltre 25 Comuni devono essere pagati dal Comune di Bracciano, a quanto parrebbe. Ed il sindaco Tondinelli che deve entro il 30 giugno 2017 indire la gara per capping e post mortem dell’impianto di smaltimento è consapevole della tegola che grava sul Comune di Bracciano? E l’assessore al Bilancio Sergio Osimo?