Il consiglio comunale di ieri, dedicato alle interrogazioni, ha visto approdare in aula argomenti forse un po’ “bolliti” a livello mediatico, essendo già stati affrontati in lungo e largo dagli organi di stampa. Ma ovviamente è il consiglio la sede deputata per il confronto ed è importante che, a livello politico amministrativo, le interrogazioni e le risposte di sindaca e giunta restino a verbale. Tra i vari focus, riflettori puntati sul sociale con particolare riferimento ai fondi regionali per la comunicazione aumentativa alternativa (Caa) per bambini con bisogni cognitivi. Il tema è stato sollevato dalla consigliera Pd Lina Delle Monache che interrogando l’assessore alle Politiche sociali Rosanna Giliberto ha chiesto: «Sono arrivati i fondi dalla Regione? Qual è il numero degli utenti interessati?». Erogazione avvenuta circa una settimana fa, ha comunicato l’assessora fornendo i dettagli: 47mila euro per il 2025 e 72mila per il prossimo anno, per un totale di 119mila euro. Cifra leggermente superiore a quella dello scorso anno». Alla buona novella fa però da contraltare «una notizia che ci lascia sconcertati» ha rimarcato Giliberto per poi affondare: «La Regione non erogherà più fondi per l’anno scolastico 26-27, ritenendo che spetti al Comune provvedere». La titolare dei Servizi sociali ha quindi spiegato i motivi dello sconcerto: «Quei fondi andavano a integrare quelli per 530mila euro messi a disposizione dal Comune, a fronte di un aumento del 30% di alunni che necessitano di tale servizio». Lapidaria la sintesi di Delle Monache: «Il Lazio è l’unica regione che taglia fondi su questa importantissima progettualità». Per poi rivolgere un appello a sindaci e amministratori di tutta la Tuscia a farsi portavoce presso la Regione per scongiurare i tagli di queste risorse. Altra questione trattata lo stato di incuria e degrado di Prato giardino e vicenda della moria di 12 carpe, con l’interrogazione del leghista Andrea Micci all’assessore competente Giancarlo Martinengo, a cui dopo aver ricordato che «la precedente amministrazione aveva investito 400mila euro» ha chiesto lumi sulle dichiarazioni rilasciate dall’esponente di giunta in cui parla di «manutenzione straordinaria ogni 2 anni e quella ordinaria ogni 6 mesi» e sugli interventi previsti sul verde. «Nessuna incuria» ha replicato Martinengo specificando che «l’ultima manutenzione sulle due vasche è stata eseguita il 19 giugno. Probabilmente la ridotta alimentazione della seconda vasca che riceve l’acqua da quella principale e le alte temperature hanno portato all’increscioso episodio delle carpe morte». Ha quindi spiegato che «il monitoraggio delle vasche è quotidiano, è stata incrementata la griglia di uscita dalla prima vasca e non è mai stata interrotta l’attività di pulizia delle vasche» assicurando un’implementazione degli interventi e la partenza delle verifiche sull’impianto di irrigazione interno al parco per quanto riguarda il verde. Replica che non ha soddisfatto del tutto Micci, il quale ha concluso rimarcando che «il verde di Prato Giardino necessita di interventi particolari» ed esortando a che diventino strutturali. Capitolo ex ospedale vecchio, che ha visto salire sugli scudi il Pd che ha stigmatizzato le dichiarazioni in merito al progetto di riqualificazione da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia, con un lapidario: «FdI si prende meriti non suoi». Come spiegato in aula dal capogruppo dem, Alvaro Ricci, che ha ripercorso le tappe del progetto «enunciato e sancito dalla giunta Zingaretti, con uno schema di programma approvato dall'allora ministro alla Cultura Franceschini, in cui erano state definite anche le linee di finanziamento». «Rocca dice che l'intervento è finanziato ma - ha annotato Ricci - dal 2020 al 2025 mancano oltre 5 milioni, quindi il progetto non è completamente finanziato». Ha quindi chiesto alla sindaca Chiara Frontini se «in merito ci siano state interlocuzioni tra Comune e Regione, almeno per quanto riguarda le autorizzazioni di competenza comunale».

«Ad oggi agli atti non risulta alcuna documentazione, l’unico pezzo di carta riguarda la richiesta di occupazione del suolo pubblico per la messa in sicurezza del cornicione, a seguito dell’ordinanza emessa dall’amministrazione un anno fa. Credo ci sia un incarico di progettazione per lo studio di fattibilità» la replica della prima cittadina che inoltre ha rilevato che «sarebbe importante avere altre informazioni per potersi coordinare, stante l’impatto dell’opera, in vista del redigendo piano della mobilità e dell'elaborazione del piano di recupero del centro storico».