E’ primavera e sbocciano notizie che lanciano i pensieri nelle praterie dell’incredulità e financo dell’impossibilità di comprenderne contenuti non straordinari ma colmi di una logica normalità. Ad effettuare un annuncio addirittura incendiario, alla vigilia della nuova, dolcissima e carezzevole stagione, ci ha pensato il terrificante evento verificatosi in piazza XXIV Maggio dove le fiamme hanno letteralmente divorato una casetta di legno di un noto operatore , che nel giro di poche ore ha visto andare in fumo sia IL lavoro che i duri sacrifici per rendere la propria attività attrattiva e soddisfacente per una clientela a giusta ragione esigente. Fiamme altissime che hanno costretto i vigili del fuoco ad un lungo e duro lavoro per evitare che SI estendessero e causassero ulteriori ingentissimi danni. Fiamme che, tuttavia, non hanno neppure risparmiato un altro chiosco accanto a quello ridotto completamente in cenere e financo un’auto parcheggiata nei pressi. Insomma un episodio gravissimo al vaglio adesso degli inquirenti, impegnatissimi a cercare di capire quali siano stati le reali cause che l’hanno provocato. Per il momento l’ipotesi più ricorrente continua a restare quella di un ineluttabile cortocircuito (per la presenza soprattutto di frigoriferi in qualità di “rifugio” ideale di frutta e verdura)e, se vogliamo, è sperabile che prenda sempre maggior corpo fino alla conclusione delle indagini perché, in caso contrario, sarebbe davvero inquietante se si appurasse la natura dolosa del devastante incendio. Tuttavia,al di là di quanto avvenuto e che senza dubbio alcuno pone in serissima difficoltà le vittime di un accadimento tanto disastroso, è proprio il caso di affermare che a prendersi la scena , ovvio nella maniera che nessuno avrebbe mai pensato che dovesse e men che meno potesse avvenire, è il mercato nel suo insieme. Nel senso che piazza XXIV Maggio è la sorella gemella di piazza Regina Margherita (ovvero del centro più importante della città dove figurano banchi e box adibiti alla vendita di generi alimentari oltre alla struttura coperta che è il regno dei rinomatissimi pescivendoli e delle macellerie) e di fatto quella che dovrebbe presentarsi come il luogo più attrattivo della città specialmente nei periodi di maggiore afflusso dei crocieristi. Ma tant’è: da tantissimo tempo ormai quando si parla di mercato non si fa altro che mettere in evidenza lo stato di abbandono (e di degrado, per non farsi mancare niente !) in cui versa e registrare le continue, immancabili promesse di riqualificazione (che decollano da Palazzo del Pincio per atterrare tra i già citati banchi e box e puntualmente riportate dai media in stentorea evidenza), che però non vengono mantenute. Ed è pure diventata una stucchevole abitudine megafonare annunci per poi annacquarli o smentirli immediatamente come accaduto, ad esempio, in occasione del fantomatico “polo alimentare” che, lo dice l’aggettivo stesso, non c’è un solo povero cristo che sappia cosa sia con esattezza. E visto che si continua brancolare nel buio, a provare vivaddio di dare una scossa (di cui si sente un gran bisogno) è il perspicace esponente di “Meno poltrone più panchine”, Tullio Nunzi , che invoca la nomina di un commissario “che porti avanti e chiuda definitivamente il progetto di risistemazione del mercato cittadino, evitando che diventi un’incompiuta” (Civonline, 23 Marzo). Dunque si spera in un passo decisivo ed importante “per evitare che la situazione rischi di diventare esplosiva”, secondo il Nunzi. Il quale poi affonda: “Ad essere complottisti si potrebbe anche pensare alla volontà di distruggere un pezzo di storia cittadina, dato che non si vede la fine di una ristrutturazione che normalmente avviene in tempi assai limitati. Credo che si tratti invece di semplice incapacità politico/amministrativa che però incide sugli operatori e priva Civitavecchia di un luogo importante da un punto di vista economico, sociale e di sviluppo per tutto il terziario”. (ibidem). E infine: “Non so se a livello comunale esista la possibilità statutaria per una figura commissariale, ma si affidino competenze e responsabilità ad un terzo, scelto tra professionisti, per affrettare i tempi e arrivare ad una soluzione” (Ibidem). Parole chiarissime, che di sicuro non saranno musica per le orecchie degli assessori ai Lavori Pubblici e al Commercio. E non basta. Restando in tema del “succede anche questo”, non si può davvero relegare a notizia di poco conto la sconcertante interrogazione con richiesta di risposta scritta al ministro Salvini da parte del deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Volpi, concernente (udite udite) la revoca del mandato sia al presidente Pino Musolino che al Comitato di Gestione dell’Adsp (Autorità di Sistema Portuale). Paradosso dei paradossi ? Assoloutamente. Incredibile ? Molto di più. Ci si chiede difatti: 1) come sia possibile che un parlamentare della maggioranza abbia partorito una sparata del genere proprio all’indomani dell’approvazione da parte della coalizione centrodestrorsa “pinciota” della delibera sull’accordo da 35 milioni di euro fra il Comune, la stessa Authoriy e anzitutto il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ? 2) che lo stesso meloniano doc abbia dimenticato che solo pochissimo tempo fa proprio all’interno dello scalo marittimo s’era celebrato il fastoso momento della triplice stretta di mano proprio tra Salvini, il sindaco Tedesco e Musolino appunto per l’evento del passaggio di Fiumaretta all’Adsp considerato epocale? 3) che la riconosciuta ed apprezzatissima competenza del Musolino di allora ( ovvero lo stesso, per esser chiari, che dall’inizio della sua investitura a Molo Vespucci ha collezionato un mare di elogi per aver saputo rilanciare l’Ente dopo un tormentatissimo periodo critico) proprio da parte del leader nonché ministro della Lega,improvvisamente è diventata uno sbiaditissimo ricordo oggigiorno ? 4) forse si spara su Musolino per far fuori da qualunque giro che possa avere una rilevanza politica coloro che non sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda della corrente (in realtà assai corta per l’inadeguatezza di chi ne fa parte) “capitanata” dal coordinatore Paolo Iarlori ? Vabbè chiudiamo qui. Anche se con la nostalgia dei tempi del mitico Emilio Fade che avrebbe bollato l’intera vicenda come una gigantesca figura di m… Buon tutto a tutti.

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