CIVITAVECCHIA – L’orologio degli uffici pubblici è rimasto fermo all’era Covid e le barriere tra la pubblica amministrazione e il cittadino, alzate ormai diversi mesi fa per motivi precauzionali in piena pandemia, sono diventate l’alibi per potersela prendere comoda in presenza di pratiche più o meno complesse. E a pagare sono sempre gli utenti, costretti ad attese estenuanti senza riuscire a risolvere mai un problema. Ne sanno qualcosa i lavoratori delle cooperative legate alle scuole, attraverso le quale molti assistenti educativi specializzati ogni anni prestano la loro opera all’interno degli istituti civitavecchiesi. Contratti che andrebbero rivisti: così come sono stati concepiti, garantiscono una situazione di precariato senza via di uscita. Ma i problemi vanno oltre. Solitamente questi lavoratori vengono assunti da settembre a giugno, con uno stop di circa tre mesi nel corso dei quali subentra la disoccupazione. Avere un rapporto con l’Inps, tuttavia, è diventato pressoché impossibile: ritardi nell’erogazione dei soldi spettanti, latitanza nei rapporti e difficoltà di comunicazione hanno fatto sì che sei operatori su nove rimanessero senza un centesimo. Mancano all’appello le mensilità di settembre e di ottobre, mentre risulta impossibile ogni tipo di interlocuzione. I lavoratori ci provano a contattare l’Inps, ma in presenza nessuno li riceve. Vengono puntualmente invitati a telefonare o a inviare pec, ma nessuno si degna di rispondere. Un fatto increscioso, che merita di sicuro degli approfondimenti, anche perché - Covid o meno - i dipendenti Inps sono tenuti a svolgere le loro pratiche nel migliore dei modi, così come gli assistenti educativi specializzati delle scuole hanno diritto a percepire la disoccupazione che in molti casi è loro unica entrata mensile. Un fatto gravissimo, quello che vede coinvolti sei lavoratori delle scuole, che solo per un caso è diventato di dominio pubblico. Ma quanti altri episodi come questo non emergono perché nessuno li denuncia apertamente? Sui motivi che spingono l’Inps a snobbare gli utenti è il caso di indagare senza trascurare alcun dettaglio, come pure sulla sussistenza dei necessari requisiti che consentono ai pubblici uffici di mantenere in piedi quei privilegi acquisiti in epoca Covid che tuttavia oggi non hanno più ragione di esistere. La disoccupazione di settembre e ottobre per chi già è precario è un diritto sacrosanto. Che qualcuno ne prenda atto alla svelta.