DON IVAN LETO*

Nicodemo è un anziano che, di notte, va dal Maestro per imparare come si rinasce per non morire. È il problema fondamentale dell'uomo: come vivere per vincere l'angoscia della morte che tutti abbiamo. Nicodemo, un ricercatore della Legge, non vi ha mai trovato come si fa a "rinascere".

E Gesù spiega che uno "nasce dall'alto" quando vive veramente. Non quando nasce, perché nasce mortale e poi muore. Uno vive veramente quando è amato. Le parole ascoltate oggi fanno parte di un colloquio fra Gesù e Nicodemo.
Quest'ultimo, fariseo, capo dei giudei, uomo giusto e saggio, si reca da Gesù, di notte. Un colloquio notturno a simboleggiare la notte protesa verso il giorno, il dubbio che cerca la luce della verità. Gesù, in risposta, indica il segno della croce dove la notte si fa giorno, il dolore manifesta l'amore, la maledizione si tramuta in salvezza. Sulla croce si sale e dalla croce si scende; in qualche modo essa è il luogo dove si congiunge la nostra infinita tensione a voler scalare il cielo all'infinita umiltà di Dio che scende fino al nostro niente per solo amore. Di croce si muore e dalla croce si riceve la vita: è il mistero che riesce a sciogliere il nodo ultimo dell'esistenza: perché il dolore? Perché la morte? È l'amore che ci fa nascere e questo Vangelo parla soprattutto dell'incredibile amore di Dio per l'uomo. All'origine del nostro esistere non c'è il caso - tantomeno il disegno sadico della natura che distrugge ciò che produce - ma l'amore. Uno vale quanto è amato. Noi valiamo la vita di Dio. Ogni persona vale tanto. Così Dio ha amato il mondo e questo è il centro della fede cristiana, l'amore del Padre. Di queste cose parlavano Gesù e Nicodemo, di notte. Oggi è la solennità della Trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Oggi è la festa di Dio, la celebrazione gioiosa del mistero della Santissima Trinità.


*Don Ivan Leto

sacerdote della Diocesi

Civitavecchia – Tarquinia