CIVITAVECCHIA – La raccolta differenziata “porta a porta” anche nella nostra città è una tematica da sempre molto dibattuta: nell’agenda politica così come per le strade. Dietro a quel semplice gesto quotidiano, c’è la cura per l’ambiente (in primis del contesto urbano), la riduzione dei rifiuti indifferenziati e la partecipazione attiva a un modello di città più sostenibile. Separare correttamente, conferire nei mastelli assegnati, rispettare gli orari indicati dal calendario comunale. Non sembra complicato. In pratica però, non sempre la buona volontà della stragrande maggioranza basta a compensare una serie di criticità strutturali, figlie di politiche di programmazione discutibili che si trascinano da anni. Eccezion fatta per alcune parentesi gestionali oggettivamente più virtuose di altre. Spesso i mastelli non sono sufficienti a contenere la quantità di rifiuti prodotta e così assistiamo a scene che nulla hanno a che fare con l’inciviltà, ma molto con un servizio che fatica a tenere il passo: sacchetti che non entrano nei contenitori, rifiuti lasciati accanto ai mastelli perché semplicemente non c’è spazio, turni di raccolta che cambiano orario senza comunicazioni ai cittadini. Con il risultato che intere strade, in centro come in periferia, si trasformano in un deposito temporaneo di rifiuti dove gabbiani e talvolta roditori, banchettano. Un servizio porta a porta che funzioni davvero, deve avere tempi chiari e rispettati da chi gestisce la raccolta, non come ultimamente accade. L’exit strategy alle critiche, per gli amministratori pare essere quella dell’inciviltà dei cittadini. Perché non anche un mea culpa? Chi lavora può sbagliare ed avere criticità gestionali, sarebbe normale ed apprezzabile ammetterlo, senza scaricare tutte le responsabilità sulle spalle dei cittadini-contribuenti. E proprio qui si inserisce il tema degli ispettori ambientali. Annunciati come panacea di tutti i mali, di fatto – e nessun amministratore si è preso l’onere di dirlo chiaramente - saranno “controllori della monnezza”, sanzionando ogni cosa fuori posto. Dai primi di dicembre gli ispettori della partecipata CSP, dopo una fase di monitoraggio, torneranno a girare per la città anche per sanzionare. Un’azione che potrebbe aiutare a correggere alcuni comportamenti scorretti, ma che rischia di diventare ingiusta se applicata senza tener conto del contesto reale, delle criticità del servizio e delle difficoltà oggettive di molte zone. Perché è troppo facile bollare come “incivile” chi non riesce a far entrare tutto nei mastelli, quando i mastelli stessi sono insufficienti. L’inciviltà esiste, certo, ma non può fungere da capro espiatorio per coprire disservizi o difficoltà organizzative e gestionali. Se a dicembre inizierà questa “attività”, sotto l’albero si scarteranno sanzioni anziché regali? Sappiamo che il periodo delle festività natalizie è particolarmente critico: cosa accadrà? La vera sfida per Civitavecchia, non è soltanto pretendere che i cittadini facciano bene la raccolta differenziata, ma garantire loro gli strumenti, l’organizzazione e la chiarezza necessari affinché possano davvero farla bene. Solo allora il controllo sarà davvero giusto e la sanzione, quando servirà, potrà avere un senso. Ma che fine ha fatto il progetto dei cassonetti intelligenti? Non sarebbero stati un ausilio importante e complementare alla gestione della raccolta porta a porta? Non sarebbe più opportuno controllare e sanzionare dopo aver dato ai cittadini tutti gli strumenti per fare bene?

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