CIVITAVECCHIA – I precari di Poste Italiane non si arrendono e le loro rimostranze arrivano anche alla IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati. Mentre i portalettere fanno sentire la loro voce in piazza, nelle stanze della politica il problema scoppia nella sua drammaticità, tanto da finire in una serie di atti parlamentari. Da un lato fischietti e slogan, dall’altro dati concreti, forniti a chi ha l’onere di prendere una posizione istituzionale su quanto denunciato dai lavoratori in queste ore: «Sebbene l’azienda sia solita annunciare come i risultati record conseguiti dal gruppo in termini di fatturato riflettano uno sviluppo sostenibile orientato al benessere dei dipendenti – fanno sapere i precari di Poste Italiane - la realtà purtroppo è ben diversa. Ogni anno, infatti, vengono assunti migliaia di lavoratrici e lavoratori precari. Sono soprattutto giovani, costretti solitamente a spostarsi di centinaia di chilometri da dove sono residenti e a farsi carico di spese di locazione non indifferenti, anche solo per pochi mesi. L’occasione di entrare a far parte stabilmente della grande azienda, prospettata attraverso una martellante campagna pubblicitaria - spiegano - presto si riduce a transitoria esperienza lavorativa che nella migliore delle ipotesi si protrae fino a dodici mesi, durata massima consentita senza obbligo di causale secondo la vigente normativa». Dietro a ogni iniziativa c’è il movimento Lottiamo Insieme, che ormai conta centinaia di iscritti in tutta Italia, pronte a ricordare che lo Stato dovrebbe impegnarsi nel promuovere l’occupazione stabile e dignitosa nella gestione di un servizio di pubblica utilità. E verificare che ciò avvenga e si realizzi secondo criteri di equità e imparzialità. Da Roma finora non è pervenuta alcuna risposta soddisfacente. Secondo il Movimento, la precarizzazione del lavoro si attua con un peggioramento delle condizioni lavorative. «Riteniamo fondamentale opporci con ferma contrarietà al programma di privatizzazione della società annunciato dall’attuale Esecutivo – dichiarano in una nota - e al tempo stesso ribadiamo l’assoluta urgenza di stabilizzare tutte le precarie e i precari inseriti in graduatoria, al fine di promuovere l’occupazione stabile e di qualità. Perché non c’è futuro in un’esistenza precaria».