Sapore di nuovo, accelerazioni continue alla ricerca di un volto originale di Viterbo, che rendano onore al passato e insieme preparino un futuro diverso alla città dei Papi.
L’amministrazione della civica Chiara Frontini può essere forse tacciata di qualche buco nell’acqua e di qualche scivolone, ma - complessivamente - non le si può non riconoscere voglia e capacità di fare nell’ambito di un processo di rivitalizzazione e di ripartenza di una città, che per dieci-quindici anni era rimasta al palo, immobile.
La “nuova” Viterbo, invece, sprizza energia da tutti i pori, si guarda intorno alla ricerca di modelli da ricalcare e da integrare nella sua realtà e tenta l’ impossibile, ovvero quello che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. E lo fa mettendoci la faccia, assumendosene il rischio.
L’ultima e avvincente sfida della giunta proietta tutto d’un colpo Viterbo - fatte, naturalmente, le debite proporzioni - sulla scia della fantastica e supervisitata Londra, da decine di anni oggetto di un turismo vastissimo, entusiasta e poliglotta.
La realizzazione di cui parliamo è la suggestiva ruota panoramica di Pratogiardino, alta trentadue metri e dotata di 144 posti a sedere. Certo, numeri nettamente inferiori rispetto al “London eye” inaugurato nel 2000 (il meraviglioso occhio di Londra, appunto la ruota), ma inserita nello stesso solco concettuale, nella visione di un turismo di lunga gittata, che non smette di arricchire ed alimentare la città di nuove attrazioni per chi viene da fuori, così come per chi è già dentro.
La primavera ci ha dunque portato in regalo la “londinese” ruota di Pratogiardino e ha offerto un assist formidabile agli operatori turistici.
Pian piano Viterbo - dopo tanta pigrizia - sta affacciandosi nel circuito mondiale del turismo e non potrà che crescere in questa sua peculiarità.
Ma si tenga presente che sarebbe grave incorrere in inciampi del tipo di quello della rinuncia al mercatino di Natale e di quello - sfiorato, ma poi salvato in extremis dalla Pro Loco - della perdita secca di “San Pellegrino in fiore” , evitata grazie al lancio della nuova “Vìterbo in festa”. Insomma, mai rassegnarsi a fare un passo avanti e due indietro. Londra resterebbe lontana come non mai. Solo un miraggio. Proprio per questo non si finirà mai di incensare il salvataggio della fortunata manifestazione che da fine primavera traghettava la città verso l’inizio dell’estate.
Viste le difficoltà incontrate dal Comune nel confermare per motivi di bilancio l’iconica “San Pellegrino in fiore”, la Pro Loco è subentrata a Palazzo dei Priori nell' organizzare chiavi in mano un inedito e grande evento, che non ripudia quello passato, ma che lo allarga e lo proietta a tutto il centro storico viterbese.
E così la città si congeda da la gloriosa “San Pellegrino in fiore” per accogliere un’altra più moderna creatura, “Viterbo in festa”, traboccante di motivazioni e vogliosa di conquistarsi un futuro indelebile e di successo a partire dalla prossima edizione del 2024.
Se vogliamo proseguire nell’avvincente - e un po' azzardato e provocatorio - paragone tra Viterbo e Londra non possiamo mancare di osservare dei punti di incontro tra la storica e colorita Carnaby Street, che non smette di attrarre turisti, e la nostra San Pellegrino e oltre.
Luci, feste, musica e colori nell' una e nell' altra.
E tanta voglia di godersi questi ghiotti pezzi di città, così diverse ma anche accomunate da qualche simile motivazione.
Viterbo, dunque, sulla scia della megalopoli Londra? Un sogno ingenuo e irrealizzabile? Non del tutto se si semina bene e si guarda avanti senza paura e con un po' di fantasia.
Quello che conta non sono i numeri, ma la qualità. Che non manca a Viterbo.
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