CIVITAVECCHIA – Si intensifica il prezioso lavoro dell’Unità di strada della Croce rossa italiana - comitato di Civitavecchia che nel 2023 ha assistito ben 76 persone di cui 15 donne. L’Unità batte il territorio offrendo ascolto, cura e un supporto concreto grazie ad una equipe multidisciplinare composta da volontari, operatori, assistenti sociali e psicologi, Il team, all’occorrenza, può offrire anche mediazione culturale e assistenza legale. Un servizio prezioso che si intensifica nel corso dei mesi in cui le temperature sono più rigide - periodo in cui la Cri offre anche ricovero notturno - con il team della Croce rossa di Civitavecchia che si muove sul territorio cittadino battendo i ricoveri più o meno noti e cercando persone bisognose di assistenza. Un lavoro capillare, come spiega il presidente del comitato locale Roberto Petteruti, perché «oltre a consentire un monitoraggio puntuale ci aiuta ad offrire un secondo livello di assistenza ai senza fissa dimora, dopo il primo che consiste in una fase di ascolto e in cui forniamo assistenza tramite pasti o un alloggio siamo in grado di attuare, per chi lo vuole, un secondo livello con progetti personalizzati che offrono assistenza qualificata, pensiamo anche ad un semplice orientamento sui servizi del territorio».

Un lavoro che si svolge in forte collaborazione con i Servizi sociali del Comune e con i servizi (Serd e Dsm) della Asl Roma 4. I pasti vengono preparati dalla Cucina solidale della Cri che nel 2023 ne ha distribuiti oltre 4mila. Numeri impressionanti che fanno ben comprendere l’importanza dell’assistenzialità qualificata messa in campo dalla Cri. Per ogni persona che ne ha la necessità e il desiderio vengono preparate delle schede progettuali, attualmente sono 39 e di queste l’80% sono senza fissa dimora. Come ha sottolineato la coordinatrice del servizio Giorgia Incerti Vezzani l’assistenza fornita è a 360 gradi perché molte persone sono isolate quindi gli operatori della Cri si occupano del raccordo con i servizi (sociali e sanitari), magari accompagnandoli dal medico o ricordando gli appuntamenti visto che la maggior parte di loro non ha un telefono. «Alcuni - ha detto Vezzani - soffrono di patologie o dipendenze e hanno bisogno di essere guidati tra i servizi del territorio o magari li aiutiamo ad ottenere una residenza fittizia per accedere all’isee e alle varie agevolazioni. Lavoriamo in rete con il Csm e il Serd e in caso di dipendenze cerchiamo di inserire queste persone nelle Comunità». Insomma un lavoro su più fronti che cerca di opporsi al dilagante bisogno sul territorio.

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