CIVITAVECCHIA – “Gli occhi di Cala Luna” e “Sulle ali del dragone-DragonBoat la pagaia solidale”. Sono questi i due progetti che, nel corso dell’anno, hanno visto protagonisti un gruppo di studenti dell’istituto di istruzione superiore Stendhal, coordinati dal professori Fabio De Siati e Beatrice Renzi. L’obiettivo? Veleggiare verso una sempre più convinta integrazione, fondamentale soprattutto nelle scuole. E l’Italia, in questo aspetto, sta avanti rispetto ad altri paesi.

«In queste settimane abbiamo ospitato una delegazione di una scuola tedesca e della Repubblica Ceca - ha spiegato il professor De Siati - e hanno apprezzato questo tipo di progetti. Abbiamo fatto vedere loro la barca a vela ed il suo utilizzo, ossia il mezzo per raggiungere questi obiettivi importanti». Attraverso “Verso le onde”, progetto inserito ne “Gli occhi di Cala Luna”, gli studenti hanno avuto modo di veleggiare grazie alla disponibilità degli Amici della Darsena Romana, che da anni ormai sono un punto di riferimento nella vela solidale. Da novembre a febbraio scorso le quattro classi 3A, 3B, 5BE, e 3CS, per un totale di 18 ragazzi in media in presenza ad uscita, hanno veleggiato per 32 ore svolgendo anche lezioni teoriche, pronti a partire, appena il tempo lo consentirà, per un finesettimana in barca a vela verso Porto Ercole. Inoltre, grazie al finanziamento della Fondazione Cariciv, è stata acquistata una stazione vento per la barca a vela messa a disposizione, di cui era sprovvista. «Questi sono i progetti che ci piacciono e che continueremo a finanziare - ha confermato il presidente dell’ente di origine bancaria Gabriella Sarracco - iniziative che hanno un riscontro oggettivo importante». Lo hanno evidenziato i ragazzi presenti, lo hanno sottolineato i professori coinvolti e lo hanno ribadito anche gli skipper ed i soci della Darsena Romana: il progetto è stato un successo, sotto tutti i punti di vista.

Così come lo è stato “Sulle ali del dragone-DragonBoat la pagaia solidale”. «A differenza di altri sport di squadra - come hanno spiegato - nel dragon boat non c’è un atleta che eccelle sugli altri, ognuno deve apportare il proprio contributo in modo uguale agli altri, poichè la strategia vincente è quella di pagaiare tutti all’unisono». «Si tratta - ha spiegato la vicepresidente della Darsena Romana Lorella Conti - dell’estensione del progetto pilota del Dragon Boat dedicato alle donne operate al seno. I ragazzi sono stati eccezionali». Per i docenti coordinatori del progetto si è trattato di un viaggio emozionale, che ha coinvolto tutti. «D’altronde il mare - ha concluso Sarracco - è la nostra medicina».

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