CIVITAVECCHIA – Complesso intervento cardiologico al San Paolo dove il reparto del dottor Sergio Calcagno continua a crescere di giorno giorno raggiugendo importanti traguardi.

Gli ultimi giorni sono stati un banco di prova fondamentale per la Uoc Cardiologia terapia intensiva sub-intensiva cardiologica dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia perché si sono presentati due casi complessi che hanno permesso di mostrare al reparto tutte le sue qualità in ambito di alta tecnologia ed expertise.

IL PRIMO CASO – Nel primo caso si è trattato di un uomo di 58 anni affetto da patologia cardiaca severa per la quale è stato inviato a screening per trapianto cardiaco al San Camillo di Roma. «Questa patologia - ha spiegato il direttore della Uoc Calcagno - prevede la possibilità di morte improvvisa attraverso aritmie cardiache maligne come la fibrillazione ventricolare. Il San Camillo voleva un paziente senza defibrillatore impiantato per poterlo studiare meglio quindi abbiamo dovuto provvedere con un defibrillatore indossabile che si chiama Life Vest che permette al paziente di riprendere la sua vita e di andare al San Camillo e sottoporsi a questo screening per essere avviato prima possibile nella lista dei trapianti. Noi abbiamo preso in noleggio il defibrillatore con costo notevole e devo ringraziare i nostri amministratori e la direzione sanitaria tutta che in meno di 24 ore sono riusciti a superare tutto l’iter burocratico permettendoci di applicare l’alta tecnologia».

IL SECONDO CASO – Il secondo caso riguarda una donna di 45 anni affetta da ischemie cerebrali e cefalee ricorrenti sin da piccola. «È entrata - ha continuato - nel nostro ambulatorio dedicato alla ecocardiografia avanzata e con le dottoresse Cardillo, Chianta e Pingitore hanno fatto diagnosi di Pfo (Pervietà nella fossa ovale) il famoso “buco” nel cuore che in genere si chiude entro l’anno, così non è andato per questa signora con tutte le complicanze del caso».

Una condizione che può occasionalmente provocare fenomeni di embolia paradossa con conseguenti eventi ischemici cerebrali sintomatici, in seguito ai quali si scopre la presenza del forame ovale pervio, un fenomeno legato al passaggio improrio di piccoli materiali trombotici, gassosi o di altra natura dalle porzioni destre a quelle sinistre cardiache con conseguente immissione nel circolo sistemico. In questi pazienti è indicata la chiusura tramite un particolare device. Si tratta di una complessa procedura invasiva in cui delle specifiche protesi vengono impiantate per ottenere una completa occlusione di questa comunicazione.

La donna è stata sottoposta alla procedura venerdì in anestesia generale, nella sala di cardiologia interventistica del San Paolo, dal dottor Simone Calcagno e dalla sua equipe, con la supervisione del dottor Berni del Sant’Andrea, alla presenza degli anestesisti guidati dal primario dell’Anestesia Ricci, tramite la tecnica per imaging radioscopica e quella ecocardiografica in transesofagea (dottoresse Pingitore e Cardillo). Anche in questo caso si è riusciti ad abbreviare le pratiche per l’acquisto del device e i ringraziamenti di Calcagno vanno a tutta la direzione aziendale, sanitaria, amministrativa e ospedaliera.

Si è trattato del primo intervento di questo genere all’ospedale San Paolo ed è stato possibile grazie all’esperienza maturata nella diagnosi e nell’emodinamica dal team cardiologico del nosocomio cittadino.

«Voglio ringraziare tutto il personale infermieristico ed il reparto - ha concluso Calcagno - che hanno dedicato una particolare sensibilità ai due casi, sia come supporto che come attenzione. Inoltre un plauso va al personale infermieristico della sala di emodinamica che in soli 9 mesi ha messo in campo tutta la loro dedizione per acquisire la nuova tecnica altamente specializzata. Non abbiamo nulla da invidiare ai centri romani». Parole piene di soddisfazione, di chi è in corsia ogni giorno e che ha visto crescere il reparto negli anni, arrivando ad essere un vero e proprio fiore all’occhiello della Asl Roma 4.

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