TARQUINIA - «Incredibili voci dalla Asl sull’ospedale di Tarquinia». Il comitato dei cittadini “Insieme per l’ospedale” ha anticipato di qualche ora la nota della Asl di Viterbo, sottolineando quelle che poi si sono rivelate dichiarazioni che rassicurano sul futuro dell’ospedale. Ma il gruppo civico non si dice convinto. «Per i corridoi dell’ospedale di Tarquinia è un continuo vociare “La Asl ha dichiarato che l’ospedale non chiuderà” - affermano dal comitato - Ma veramente? Nessuno di noi pensa che qualcuno scriverà nero su bianco “Domani l’ospedale chiuderà”. Non sono fessi. Se lo chiudessero definitivamente, provocherebbero una rivoluzione di cui hanno grande paura. Per questo hanno scelto la “strategia della candela”, ovvero farlo morire per consunzione, scegliendo, o meglio, non scegliendo di fare alcuna scelta». «È così che il reparto di Ortopedia, fino a poco tempo fa fiore all’occhiello del nostro ospedale, è passato in poco tempo da un organico di cinque ortopedici ad un solo ortopedico. I cittadini non sono esperti ma neanche stupidi. È facile capire che, con un solo ortopedico in organico, non si possono coprire tutti i turni delle 24 ore e i festivi. È sufficiente fare 2+2 = 4 e dedurre che non si possono più fare interventi di una certa importanza». «Il sito delle Regione del Programma Regionale Valutazione degli Esiti Sanitari - affermano dal comitato - evidenzia che, appena un anno e mezzo fa (2021), nel reparto di Ortopedia di Tarquinia si sono registrati i seguenti volumi di attività con valore di 98 per protesi d’anca, di 54 per artroscopie di ginocchio, di 56 per protesi di ginocchio, di 9 per protesi di spalla, di 158 per fratture del collo del femore, di 12 per fratture tibia/perone. Oggi, purtroppo, stante il fatto che non si sono assunti nuovi ortopedici o non è stato chiesto ai pensionandi di restare o rientrare, a Tarquinia non è più possibile effettuare interventi di chirurgia ortopedica maggiore. Il valore del peso dell’ortopedia, nel 2021, era circa tre quarti del valore complessivo di tutte le attività dell’ospedale. Scegliendo di mortificare l’ortopedia, di fatto si è deciso di impoverire l’intero ospedale fino a declassarlo, come già successo a Ronciglione e Montefiascone. Questa situazione ricade a cascata anche sul servizio di Pronto soccorso che non può più avvalersi di un ortopedico nelle ventiquattro ore. Un cittadino infortunato non può più essere accettato ma deve inevitabilmente essere trasferito a Belcolle o a Civitavecchia. Ci giunge anche la voce che Viterbo vorrebbe mandare a Tarquinia cinque specializzandi, cioè medici che non hanno ancora la specializzazione. Questa tipologia di medici può operare soltanto accanto ad un ortopedico ma, se ce n’è uno solo, è evidente che questa scelta non risolve un bel niente».

«I cittadini interessati possono verificare da soli la veridicità delle nostre affermazioni - proseguono dal comitato - cliccando sul seguente link https://www.dep.lazio.it/prevale2021/per_struttura/report_ind_volumi.php?cod_struttura=12000701 Per comprendere a fondo la drammaticità della situazione, si aggiungano l’incremento della popolazione nel periodo estivo e la vicinanza di un’importante arteria autostradale in cui possono avvenire incidenti di una certa gravità. Inoltre anche il servizio di cardiologia risulta fortemente carente, specialmente in riferimento all’attività di sala operatoria. I cittadini di Tarquinia e dei comuni limitrofi sono veramente stanchi. Anni fa ci siamo fatti scippare prima Pediatria e poi Ostetricia e Ginecologia stando in silenzio. Non ci cadremo un’altra volta. Per questo, sabato 25 marzo alle ore 10 saremo tutti in piazza del Comune per chiedere a viva voce che si tuteli il nostro ospedale e che si ritorni alle prestazioni di due anni fa».

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